Riceviamo, pubblichiamo e commentiamo un comunicato stampa diramato da il “Popolo della Famiglia”.
Il “Popolo della Famiglia” si rivolge con un appello al Presidente della Rai Marcello Foa: “Chiediamo che sia rimosso dalla programmazione del prossimo 4 gennaio un film di prima serata su Raiuno con lungo e insistito bacio tra uomini. Il film si intitola “Wine to Love” e, a dispetto del titolo, è una produzione lucana, di Rai Cinema e Altre Storie. Il film ha avuto due giorni in pochissime sale il 18-19 dicembre, oplà, subito in prima serata su Raiuno. Unico altro film pronto di Altre Storie e Rai Cinema è “Il Giorno più bello”: indovinate un po’, storia di un ‘matrimonio’ tra maschi”.
Il presidente nazionale del Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi, rivolto al Presidente della Rai, afferma: “Marcello Foa, questa è la Rai del cambiamento 2019? Quella in cui le porcherie si spostano da Raitre a Raiuno in prima serata? Non siamo sessuofobici ma come Popolo della Famiglia crediamo che la bellezza del sesso viva di intimità, pudore, nascondimento persino. E soprattutto non vogliamo essere costretti dalla tv a imbatterci in temi delicati per i nostri bimbi, che necessitano dei tempi e dei modi che ogni famiglia ritiene di dover adottare, senza farseli dettare dalle marchette tra Rai Cinema e la nota lobby”.
popolodellafamiglia.marche@gmail.com
Il commento
Non è una questione di sessuofobia ma di maggioranza e minoranza. La maggioranza detta le regole per il buon vivere, perché senza regole e senza il rispetto delle stesse, la società non funziona. Motivo per cui una minoranza, così in Parlamento come nella vita, non può imporre a chi minoranza non è le sue regole. Imporre la “diversità” attraverso un mezzo di forte comunicazione, quindi condizionante, come la televisione è già di per sé negativo, aggravato dal fatto della prima serata, quando i genitori in fiducia, credendo si tratti di un programma “bollino verde” adatto a tutti, fanno assistere i figli minori, facilmente suggestionabili dal messaggio che passa subdolamente attraverso una scena del film. Non crediamo si tratti di un “complotto” ma, più semplicemente, di un regista o chi per lui che ha voluto inserire una scena “forte” nel contesto del film senza saperne valutare tutte le implicazioni.
Il Direttore
2 gennaio 2019