Settimane fa abbiamo accompagnato, per un giorno, un gruppo di nostri conoscenti che dalle Fiandre (una regione del Belgio) è venuto in gita turistica a visitare l’Umbria. Durante il pranzo abbiamo parlato dei luoghi visitati e di quelli da vedere nel pomeriggio ma anche della situazione dei rispettivi Paesi. In Belgio hanno gli stessi nostri problemi: invasione d’immigrati con relativa delinquenza, tanto da non poter più uscire in sicurezza di notte; leggi permissive che non tutelano il cittadino ma il malfattore e impediscono la legittima difesa in casa propria. Proprio come qui da noi!
Il comunicato stampa – È giunto in redazione un comunicato stampa di una scuola del maceratese riguardante la inclusione sociale. Ve ne proponiamo un passaggio.
L’Europa e il mondo intero, infatti, si compongono ormai di un nuovo paesaggio umano. Per l’Istituto tale progetto non rappresenta soltanto l’esperienza ormai imprescindibile di Cittadinanza europea e globale, ma anche un’attenzione per una pedagogia quotidiana che fin dall’infanzia valorizzi le diversità, l’integrazione e che si adoperi per una vera accoglienza dell’altro.
Ormai si dà per certa la multirazzialità in Europa e si sta spingendo in ogni ambito per la sua accettazione: in pratica i cittadini europei subiscono condizionamenti quotidiani, al punto che chi non è d’accordo viene accusato di essere “razzista”. Un epiteto di basso livello intellettuale in quanto determina una differenza solo superficiale: colore e razza. Quando invece le differenze che impediscono la corretta accettazione sono altre: religione, usanze, modo di trattare le persone (in special modo le donne), mancato rispetto di usi, costumi e leggi del paese accogliente.
Le migrazioni – Le migrazioni ci sono sempre state, ma lente per via delle oggettive difficoltà di movimento da una nazione all’altra, figuriamoci da un continente all’altro. Migrazioni determinate soprattutto da crisi economiche molto forti e dirette verso paesi dove c’era la concreta possibilità di trovare lavoro. Oggi (ormai accertato) l’immigrazione è forzata, organizzata, senza distinzioni e controlli su chi arriva, con elargizione di denaro per chi accoglie. È una invasione premeditata, non dagli stessi immigrati che non ne hanno la capacità organizzativa ma guidata da una “mente” esterna, per fini sconosciuti.
La integrazione – Si parla tanto d’integrazione, situazione ben diversa dall’accoglienza, che si dà a chi è in difficoltà momentanea (c’è una guerra, si accolgono donne, bambini e anziani che torneranno al loro paese di origine quando ci sarà il cessato pericolo, per cui non sono tenuti a integrarsi). L’integrazione non è univoca ma deve essere reciproca e non solo nel paese che “accoglie”. Esempi eclatanti li mostra proprio Macerata, sono due e permettono di valutare e comprendere la differenza.
1 – Il modo in cui sono stati accolti centinaia di giovani provenienti dall’Africa; tra questi molti buttati in mezzo alla strada con le conseguenze che ben conosciamo. Non c’è stata reciprocità né interscambio culturale con il loro paese di provenienza: è stato un senso unico “obbligato”.
2 – Macerata, con tutte le sue emanazioni (culturali, sportive, scolastiche, economiche) sta intrattenendo forti relazioni con la Cina, nello specifico con la città di Taicang, si accolgono le loro delegazioni e le nostre vengono accolte. C’è un interscambio che favorisce la reciproca integrazione. È un processo lento, che va avanti per piccoli passi, per stadi (oggi si usa il termine step) che porterà certamente conseguenze positive per entrambi i paesi.
L’analisi – Sono situazioni diverse, milioni di immigrati contro piccole delegazioni, persone convogliate a forza verso l’Italia (e l’Europa) e persone che s’incontrano per accordi bilaterali. La prima situazione genera rigetto, la seconda no. La logica porterebbe a dire: l’Europa ha bisogno di un certo numero di lavoratori di cui al suo interno non dispone Allora serve un accordo con una nazione esterna in difficoltà economiche per concordare una immigrazione (volontaria) che non danneggi il loro equilibrio interno e non crei problemi a noi. In cambio ci sarà reciprocità, con aiuti tecnologici, commerciali e istruendo nelle nostre università i giovani della nazione in difficoltà. Questo può essere un modo corretto di comportarsi verso gli altri, che non è schiavismo ma aiuto reciproco.
La domanda – In Belgio come in Italia (e in altre nazioni europee, Svezia docet) forte immigrazione e leggi permissive; un fiume di denaro; soggetti che vagano in stato delinquenziale in Stati che “chiudono un occhio”; condizionamenti organizzati… e altro. Che (e chi) c’è dietro?
Fernando Pallocchini
13 dicembre 2018