“Il presidente Ceriscioli boccia le richieste degli agricoltori, presentate per difendersi dai danni provocati dai cinghiali”, questo il commento del consigliere pentastellato Piergiorgio Fabbri, alla luce dell’ultima Assemblea legislativa marchigiana.
Chieste le dimissioni dell’Assessore Moreno Pieroni
“Inoltre – continua Fabbri -, il consiglio regionale vota una legge “vuota” con il solo fine di aggirare l’ordinanza del Consiglio di Stato che ha vietato la caccia nei siti protetti di Natura 2000, nella consapevolezza che anche questa legge verrà impugnata e si dovrà porre mano nuovamente al calendario venatorio, sperperando soldi pubblici, creando disagi ai cacciatori, e non contenendo i danni causati dai cinghiali alle colture agricole. Il fallimento della politica faunistico-venatoria di questa giunta è evidente da tempo ai cacciatori e agli agricoltori, tanto che, ufficialmente da più parti, stanno chiedendo le dimissioni dell’assessore alla caccia Moreno Pieroni”.
Cerescioli respinge le richieste degli agricoltori
A rafforzare quanto affermato dal Movimento 5 Stelle Marche, alcuni giorni fa le organizzazioni agricole CIA, Confagricoltura, Copagri, Confcooperative e FRIMA, con una lettera inviata a tutti i Consiglieri Regionali, hanno messo nero su bianco un elenco di richieste alla Regione finalizzate a diminuire i danni provocati dai cinghiali alle colture agricole. Il consigliere regionale Piergiorgio Fabbri del M5S le ha riassunte in un ordine del giorno presentato nell’ultimo consiglio regionale di ieri 6 novembre, ma Ceriscioli, prendendo personalmente la parola, ha respinto le richieste al mittente, affermando che già la Regione ha adottato e sta soddisfacendo tali richieste.
Perché, allora, gli agricoltori hanno indetto per il 20 novembre una manifestazione di protesta nella quale presenteranno appunto l’elenco stilato?
Il problema è il sovrannumero dei cinghiali
Gli agricoltori chiedono da tempo di poter difendere le proprie colture dai cinghiali, mediante l’installazione di recinti e trappole dove catturarli, o poterli abbattere se avvistati nel proprio terreno. A tal proposito sempre Fabbri ha presentato più di un anno fa una proposta di legge e recentemente anche una mozione, entrambe respinte. Peccato che gli interventi regionali a cui superficialmente ha fatto riferimento il Presidente della Regione, sono impantanati da mesi in mezzo a procedure burocratiche che ne impediscono l’attuazione, ed in ogni caso sono insufficienti a risolvere concretamente il problema del sovrannumero dei cinghiali.
Una legge regionale “vuota”
“Evidentemente – commenta Piergiorgio Fabbri – alla maggioranza non interessano i problemi degli agricoltori, e d’altro canto si sono dimostrati incapaci di gestire correttamente le problematiche del comparto venatorio giungendo all’ordinanza.
A dimostrazione di ciò, il Consiglio regionale ha approvato una legge “vuota” dal punto di vista tecnico (si limita a ridurre la percentuale della multa per il ritardo nel pagamento del tesserino di caccia, e definisce cosa registrare nel carnet di caccia) e sbagliata dal punto di vista normativo con l’inserimento di un improbabile emendamento che ha il solo fine di aggirare l’ordinanza del Consiglio di Stato”.
“Questa legge non tutela gli agricoltori e non risolve le motivazioni per cui la caccia è stata vietata: la mancanza di una seria programmazione faunistico-venatoria.Questa giunta, – conclude Fabbri – che dopo le pecche nella gestione dell’emergenza terremoto, il massacro sociale operato con lo smantellamento dei servizi sanitari, l’incapacità di risoluzione dei problemi di Aerdorica, prosegue a far danni anche in campo ambientale ed economico, va fermata al più presto”.
7 novembre 2018