Le elezioni comunali maceratesi sono ancora distanti ma, curiosamente (in genere siamo abituati a campagne elettorali “corte”, perché si sviluppano in modo compulsivo negli ultimi tre o quattro mesi), sotto sotto già ferve una certa attività di ordine politico: si affilano le armi. Naturalmente armi politiche. C’è chi lancia missili a lunga gittata e chi usa l’ama bianca per pugnalare ma c’è anche chi spara a salve non volendo sprecare cartucce vere, ‘ché ne ha poche. Due (forse tre…), secondo noi, sono i motivi scatenanti.
Carancini e la Lega
Il primo è Romano Carancini, il cui carattere e le sue scelte sono in continuo soggetti a critiche, anche feroci, il che fa intravedere alla parte politica opposta (ma anche a qualcuno dei suoi alleati) la possibilità di un cambiamento alla guida di Macerata. Il secondo è il “boom” Lega, che secondo il classico “conto della serva” raccoglierà molti consensi pur non avendo, per lo meno non ancora, le persone fisiche in grado di farsi assegnare i voti. Infatti a Macerata vengono a parlare dai monti (Visso) e dalle colline circostanti (Treia). Sì, c’è Anna Menghi ma politicamente ne ha passate così tante da, ormai, non essere combattiva come una volta.
A sinistra
Comunque nel centro sinistra sono tranquilli, pur se ogni tanto c’è un po’ di maretta. Tranquilli perché hanno un metodo ormai più che collaudato: le primarie. Già, perché le primarie, passate le scaramucce per prendere la “nomination”, uniscono la coalizione intorno al prescelto, in modo che i loro voti (sempre più ridotti, prossimamente all’osso) comunque non si disperdono e portano sempre un successo, pur risicato ma che vittoria è. Due sono i nomi che da molti mesi passano per papabili: Narciso Ricotta (personaggio schivo e un po’ sornione vicino all’anima democristiana) e Stefania Monteverde (mediaticamente sovraesposta, braccio destro del Sindaco, vicina alla sinistra estrema). Possibile l’arrivo di un terzo incomodo? Per ora niente all’orizzonte.
A destra
Nel centro destra, al solito, idee poche e ben confuse. Nelle precedenti elezioni il frazionamento e la scelta di un candidato autoimpostosi hanno fatto perdere ai “militanti perpetui nell’opposizione” una elezione che poteva facilmente essere vinta. Così non è stato. Per dare loro compattezza c’è stato chi ha consigliato a uno dei “maggiorenti” il metodo primarie spiegando per benino come si sarebbe dovuto fare, nomi compresi… messaggio ascoltato ma non recepito. Immemori degli errori passati anche questa volta un autocandidato è partito in quarta ma, strada facendo, nel post elettorale nazionale si è ammosciato. La causa? La debacle nazionale di Forza Italia che ancora (secondo babbo sondaggio) continua a perdere consensi e personaggi (anche localmente ci sono dimissioni). L’avanzata della Lega ha messo tutti in un angolino, a pensare come poter fare per montare sul carro del vincitore. Si provano tavoli comuni in conferenze stampa di nessun valore mancando proposte serie e ponderate: si naviga a vista in attesa degli eventi.
La nuova aggregazione
Però… in città c’è chi non confida negli eventi più o meno casuali ma da oltre un anno si sta organizzando: dopo i primi moti carbonari che nacquero a Macerata se ne profila un altro, non a fini nazionali ma più semplicemente locali. È un gruppo che inizialmente è ruotato intorno alla figura di Simone Livi, contornato da persone esperte nei vari settori della vita cittadina, e che strada facendo ha già messo a segno una prima aggregazione, quella con “Macerata è nel cuore” la cui leader è una certa Francesca D’Alessandro, la donna più votata alla passata tornata elettorale comunale. Da quel che si legge e si sente dire stanno lavorando a 12 punti per Macerata. Visto mai? Se si dovesse aggiungere qualche altro gruppo potrebbe essere questo l’elemento collante per il centro destra maceratese. La strada è lunga e, a Macerata, piena di buche (anche se stanno rifacendo l’asfalto in più vie: preelettoralità consolidata?), tutto è ancora avvolto dalle nebbie dell’incertezza… più a destra che a sinistra. E i 5 Stelle? I 5 Stelle, dall’alto del firmamento, stanno a guardare… mentre a Macerata sono i soli (o quasi) a fare concreta opposizione.
Ultim’ora
Una ombra nella nebbia… incerta tra sinistra e destra nelle chiacchiere dei bene (ma non troppo) informati si è profilata di recente: lascerebbe uno scranno per l’agone politico locale? La voce fosse meno evanescente sarebbe un personaggio dirompente.
Fernando Pallocchini
6 novembre 2018