Bisogna ammetterlo, l’ingresso allo Sferisterio e l’area che lo circonda sono davvero messi male. Il monumento “emblema della Città” per unicità, originalità e bellezza, centrale nelle attività culturali, biglietto da spendere di Macerata a livello internazionale per le serate della lirica, merita una riqualificazione pensata e ragionata.
Perché l’idea da uno scultore…
Non deve suonare strano che l’idea da poter considerare venga da uno scultore. Basta pensare che nel passato il ruolo dell’artista rientrava in una visione totale, che contemplava uno stretto legame con l’architettura. Non voglio infierire ma la separazione specialistica delle arti ha prodotto e continua a produrre un’architettura di pessima qualità e sarebbe il caso d’interrogarsi sulla deriva tecnicista, ma anche normativa fatta di ostacoli e paletti burocratici.
Come eliminare lo “scivolo”
In sostanza, riguardo allo Sferisterio, si tratta d’intervenire per eliminare l’attuale “scivolo” d’ingresso, realizzando al suo posto una piccola piazza collegata a una fascia di rispetto sul fianco porticato di via Diomede Pantaleoni. Per far ciò sarebbe necessario spostare verso sinistra l’attuale uscita da Porta Mercato attualmente allineata a corso Cairoli. Verrebbe ad aprirsi una facciata, oggi penalizzata, affossata, con un invito a un percorso laterale esterno, realizzato sopprimendo il marciapiedi attuale di via Diomede Pantaleoni per tutta la lunghezza dello Sferisterio, lasciando inalterata la larghezza della strada di scorrimento. Il percorso pedonale si svolgerà a sinistra, lungo il lato porticato dello Sferisterio.
Il porticato
In origine probabilmente tale porticato era stato pensato aperto e fruibile, in seguito chiuso e utilizzato per botteghe artigiane. Se gli spazi del porticato dovessero rimanere definitivamente chiusi, credo sia opportuno attrezzarli a spazi espositivi in modo da non ostacolare le vie di fuga dell’arena. Poi volendo proprio dirla tutta, appare logica l’idea di una “proiezione” di piazza Mazzini all’interno dello Sferisterio con un percorso passante dalla biglietteria (come sosteneva l’architetto Guido Strinati).
Dalla parte di via Pantaleoni
Essendo io un frequentatore abituale di via Maffeo Pantaleoni (detta impropriamente via Pace) mi rendo conto anche delle difficoltà di passaggio per un traffico in costante aumento. Perché non pensare di eliminare il marciapiede sulla destra a salire e ricavare scavando sotto il livello stradale di via Diomede Pantaleoni spazi per parcheggio, magazzeni per deposito logistico di scenari (o altro), ricostituendo all’interno il passaggio pedonale del marciapiedi eliminato? Un intervento di tale portata è necessario, se si punterà a una riqualificazione culturale. In questo modo l’attuale piazza Nazario Sauro non sarebbe più un semplice nodo stradale ma diverrebbe piacevole luogo di accoglienza sociale in primis ma anche turistica e culturale.
Sandro Piermarini
8 settembre 2018