La mamma chiamava il pancino della sua bimba di quattro anni trippa o trippetta. Quando per pranzo c’era la trippa la bimbetta, al sentire questa parola, cominciava a battere le manine sul suo pancino esclamando: “Trippa! Trippa!”.
Disgusto fin dalla tenera età
Credendo i genitori che la trippa le piacesse, una volta gliela fecero assaggiare. Ella reagì facendo le linguacce e sputandola. La bimba divenne ragazza e andò in colonia, al mare, per un mese. Le suore stabilivano il menù e la trippa veniva servita una volta alla settimana, quindi in un mese quattro volte. La ragazzina, al solo vederla, strabuzzava gli occhi, aveva conati di vomito e scoppiava a piangere. Eludendo la sorveglianza delle suore gettava la trippa dalla finestra in mezzo all’erba, in modo che nessuno se ne accorgesse: c’è trippa per gatti!
La trippa dalla suocera
La ragazza diventò adulta, si sposò e di tanto in tanto andava a mangiare dalla suocera che (per farle dispetto? Non sia mai!) le propinava spesso e volentieri (volentieri per lei ma non per la nuora) la trippa, cucinata a regola d’arte: sgrassata bene, utilizzando le parti migliori, tagliata a striscioline sottili, condita con un sughetto a base di sedano, carota, cipolla, maggiorana, buccia di limone, pomodoro fresco e, una volta scodellata, coperta da una bella ‘ncascìata di parmigiano. Una leccornia!
La trippa e l’auto nuova
Un giorno la nuora andò a pranzo dalla suocera sfoggiando la macchina nuova. “Ti ho preparato la trippa… senti che profumo!” – “Oggi non mi va… sono un po’ indisposta…” – “E va bene, allora te la lascio nella cazzarola, ci metto il coperchio così te la puoi portare a casa”. La nuora prese la pentola e la poggiò sopra il sedile della macchina. Durante il tragitto, assorta nel traffico, dimenticò la trippa. Gli psicanalisti sostengono che qualsiasi dimenticanza non è casuale ma inconsciamente voluta: lei odiava la trippa e nel subconscio voleva dimenticarla. La strada a un certo punto aveva una fortissima pendenza… avete in mente le Fosse? Ebbene, dopo la chiesa, la cazzarola si rovesciò e la trippa, con tutto il suo sughetto, finì sul sedile dell’auto nuova!
La fonte… delle Trippe
Giù zizzi contenuti come li può dire una donna… tanti zizzi e imprecazioni fino a casa, contro la suocera, contro la trippa e contro la trippa finita sul sedile. La nuora bofonchiò tra sé e sé: “Se la mangiassero i soldati la trippa! Per la truppa la trippa non è mai troppa!” Qualche tempo dopo, la suocera ebbe l’occasione di proporre alla nuora: “Vogliamo andare a fare una passeggiata a Fonte Maggiore? Magari potremmo anche arrivare fino ai Cappuccini Vecchi. Poi sul cammino incontreremo la Fonte delle… Trippe! prima del caval-cavia, dove un tempo i contadini lavavano la trippa”. Quando si dice che uno rigira il dito nella piaga…
Umberto
21 agosto 2018