Nelle giornate dal 19 al 25 agosto, la Regione Marche sarà presente con un proprio stand di 40 metri quadrati al Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione: una scelta che sul piano politico saranno i cittadini a valutare.
Perplessità
Ma ciò che lascia quanto meno perplessi è la debole motivazione che si legge nella delibera della Giunta regionale n. 1036 del 30 luglio scorso: “Lanciare, da un proscenio nazionale, un messaggio sulle opportunità che la Regione Marche mette in campo per innalzare l’occupabilità del territorio, mettendo in campo un’offerta formativa variegata, funzionale ai fabbisogni manifestati dal sistema produttivo”.
Nella stessa delibera si ricorda che nel Programma triennale delle attività di orientamento adottato dalla Regione, tra le azioni di sistema, si prevede anche la partecipazione a eventi, fiere e saloni dedicati al tema dell’orientamento e del rapporto tra lavoro, istruzione e formazione, tanto che negli anni scorsi le Marche hanno partecipato a eventi specifici e di approfondimento quali “JobOrienta” a Verona e a “Didacta” a Firenze.
C’è coerenza?
È più che legittimo chiedersi se lo stand al Meeting sia effettivamente coerente con le finalità di orientamento al lavoro tanto da giustificare una spesa di 95.648 euro, che è quanto sosterrà la Regione Marche facendo ricorso, per metà, alle risorse del Fondo Sociale Europeo.
Ma ciò che lascia profondamente interdetti è la previsione della “libera partecipazione di studenti degli Istituti superiori di II grado, ai diversi eventi che compongono l’offerta dell’intero Meeting, quale momento particolare del loro progetto di alternanza scuola-lavoro”.
La Regione ha invitato le scuole
Dunque la Regione, che ha invitato le scuole ad animare l’intera settimana di Meeting, garantirà la presenza a Rimini degli studenti delle scuole superiori in alternanza scuola-lavoro.
Risulta che numerose scuole abbiano già aderito all’iniziativa: l’IIS “Podesti-Calzecchi-Onesti” di Ancona, l’ITIS “Mattei” di Urbino, l’IPSIA “Ricci” di Fermo, l’IIS “Filelfo” di Tolentino, l’IIS “Sacconi-Ceci” di Ascoli Piceno e con loro anche le Università marchigiane e altri enti di formazione.
Questa è alternanza scuola-lavoro?
C’è quindi da chiedersi se la presenza dei ragazzi al Meeting possa veramente avere una qualche continuità e coerenza con il percorso formativo svolto e soprattutto quale progetto educativo sta alla base di tale importazione: è veramente questa l’alternanza scuola-lavoro?
Siamo sicuri che la partecipazione a tale evento costituisca “un valido stimolo per individuare e mettere a punto strategie efficaci per supportare le scelte formative e professionali” dei ragazzi, come si legge nella delibera della Regione?
Che faranno gli studenti al Meeting?
E quale coerenza può esserci tra tali percorsi di alternanza scuola-lavoro e i curriculum scolastici?
Inoltre, gli studenti sono stati coinvolti? Cosa prevede effettivamente il loro patto formativo?
E cosa faranno concretamente i ragazzi al Meeting? Gireranno per stand e dibattiti? Gestiranno e animeranno lo stand?
Qual è il “contesto lavorativo”?
L’alternanza scuola-lavoro dovrebbe essere una metodologia didattica con un periodo di apprendimento in un contesto lavorativo, dunque parte integrante del percorso formativo. Siamo sicuri che è ciò che verrà garantito agli studenti che andranno a Rimini?
Noi crediamo di no.
La Segreteria Regionale CGIL Marche
La Segreteria Regionale FLC CGIL Marche
11 agosto 2018