Sino a qualche mese addietro, girando per la penisola, dall’accento si era considerati romani o giù di lì; per quanto invece riguardava il luogo di provenienza, si confondeva Macerata con Matera; quando poi era necessario localizzare la città sulla carta geografica si ricorreva alla solita frase: dalla parte di Ancona o, meglio, di Loreto.
Le battute su Macerata
È pure vero che del tutto sconosciuti non eravamo: ci pensava il cinema con qualche battuta, tipo quella di Manfredi in puro accento marchigiano: “Una donna ben pettinata, sta bene a Parigi come a Macerata”, mentre la velenosa lingua di Ennio Flaiano buttava fuori l’ancora più velenoso pensiero: “a pensare che c’è gente che vive e lavora a Macerata”.
Il terremoto e la cronaca nera
Poi, con il terremoto, tutto si è chiarito, purtroppo: quasi 90.000 scosse, ancora ripetute e spesso localizzate nella nostra provincia ci hanno ben fatto conoscere in Italia e non solo. Poi, dalla cronaca giornaliera del terremoto alla cronaca nera, anzi nerissima, altrettanto quotidiana, il passo è stato breve. Si è allora molto parlato (e si continua a farlo) in tv e in tutti i giornali di un “caso Macerata” applicato a qualsiasi altro fatto delittuoso, più o meno a sfondo razziale, senza considerare che da noi vi è stata una reazione, assurda e da condannare, a un’azione orrenda da parte di individui che nulla hanno a che vedere con la nostra gente, alla quale sono stati imposti.
Pure la dieta!
In sostanza, c’è stata quella rabbia e quel malinteso orgoglio di cui parlavo proprio su queste pagine pochi giorni prima dei fatti, che forse potevano essere evitati con migliori controlli da parte di chi doveva controllare. Ma la notorietà non richiesta della città non è finita, perché nel frattempo è scoppiato il fatto della dieta, più o meno biotica, e ce ne vorrà del tempo per chiarire se tale dieta faccia bene alla salute e …al portafoglio.
La nipote del Duce
Poi, dulcis in fundo, è arrivato il 25 aprile e si è scatenato un altro finimondo: interrogazioni alla Camera? la venuta in città dell’iraconda nipotina con un dono inappropriato, che con un dito alzato pretendeva le scuse alla sua famigliola, mentre gli italiani aspettano le scuse dalla stessa famigliola da oltre 70 anni. Speriamo che prima o poi tutto finisca e si spengano i riflettori.
I tre santi
Ma perché ciò avvenga dobbiamo rivolgerci anche molto in alto. Per il terremoto Sant’Emidio va bene, che è uno specialista; mentre per le troppe presenze di individui, che hanno dimostrato con estrema chiarezza di non meritare l’accoglienza avuta, tralasciamo il patrono di Macerata San Giuliano che, essendo chiamato l’Ospitaliere, è chiaramente di parte. Allora rivolgiamoci a Sant’Antonio, aggiungendo però una precisazione, come erano usi fare i nostri vecchi quando costui eccedeva un po’ nell’accogliere le richieste dei suoi devoti: “Troppa grazia!” Troppa grazia Sant’Antonio…
di Siriano Evangelisti
6 luglio 2018