Una gita speciale a Loreto per ospiti della casa di riposo di Loro Piceno, Corridonia, Mogliano e per gli utenti della domiciliare di Castelfidardo, con la finalità di promuovere e agevolare nuove opportunità di socializzazione e di divertimento.
Un gita per 44 anziani
La cooperativa sociale Pars onlus insieme agli operatori e infermieri Pars e ai volontari dell’associazione Avulss, hanno organizzato un’uscita con gli anziani residenti in diverse strutture gestite nei comuni del territorio regionale. Un bel gruppo di 44 persone ha preso parte all’iniziativa, a dimostrazione che le strutture non sono ambienti limitanti ma possono diventare luoghi di arricchimento culturale e spirituale.
Più strutture insieme per la prima volta
“Siamo partiti con un pullman dell’Unitalsi Marche attrezzato per le carrozzine e abbiamo scelto di andare a Loreto, un luogo caro a molti dei nostri anziani – spiega la coordinatrice Pars Laura Marconi – perché la Basilica è un ricordo che appartiene al loro passato. Molti l’avevano visitata in pellegrinaggio da giovani. Spesso proponiamo uscite ai nostri assistiti, perché permettono di socializzare e staccare dalla quotidianità della casa di riposo. Questa gita è stata un’occasione di scambio anche per noi operatori ed è stata la prima volta che abbiamo unito più strutture”.
La cronaca di una bella esperienza
Dopo l’arrivo in Basilica, alle 11, il gruppo ha preso parte alla Santa Messa e ha visitato la Santa Casa di Maria. È seguito un pranzo sociale e momenti di animazione con canti e musica in allegria. La giornata è terminata con una passeggiata nel centro storico della città e con una foto ricordo.
“E’ stata una bellissima esperienza che riproporremo presto – racconta Silvia Cruciani, coordinatrice Pars – in quanto quest’attività spezza la routine delle strutture residenziali. È stata una giornata diversa e un modo per incontrarsi. Per loro è fondamentale fare queste esperienze, perché si sentono ancora parte attiva della società. Condividere un pranzo, una passeggiata, giocare con la musica, li fa sentire più attivi. È la prima volta che abbiamo messo insieme più realtà, un confronto anche per gli operatori e per i volontari. Molti di loro sono venuti spontaneamente, anche se non erano in servizio, e questo atteggiamento dimostra l’amore che mettono ogni giorno verso le persone fragili; il prendersi cura con affetto è fondamentale in questo lavoro”.
2 luglio 2018