S’intensifica la collaborazione tra Cina e Università di Macerata

Padre Matteo Ricci lancia le Marche nello spazio. Nel nome del gesuita maceratese è stata battezzata la missione italo cinese che ha portato al lancio del primo di due satelliti ipertecnologici per lo studio di vulcani e terremoti.

 

L’ambasciatore d’Italia a Pechino Ettore Sequi

Lo ha ricordato l’ambasciatore d’Italia a Pechino Ettore Sequi intervenuto mercoledì 27 giugno all’Istao in video conferenza alla presentazione del Master in Global Management in China organizzato dall’Università di Macerata, capofila di un consorzio che comprende alcune delle principali università italiane dedite alla ricerca e alla didattica sulla Cina – Ca’ Foscari di Venezia, “L’Orientale” di Napoli e Roma Tre. Il fatto conferma non solo l’importanza, ma anche le potenzialità dei rapporti che l’Ateneo maceratese ha avviato ormai da qualche anno con il governo di Pechino.

L’Ambasciatore ha ribadito come il lancio del satellite sia un esempio emblematico di quanto possa essere proficua e stimolante per le nostre imprese la cooperazione con la Cina. Guardando ai nostri territori, non si può non notare con meraviglia il nome dato al satellite: Matteo Ricci. Questo ci riporta alle Marche – ha fatto intendere il diplomatico -, a Macerata e a quanto sia tutt’ora importante e significativa per la Cina l’esperienza del gesuita-scienziato che, oltre 400 anni fa, portò in Cina tecnologia e conoscenze e, integrandosi con la popolazione locale, dimostrò la grande amicizia e vicinanza tra la nostra cultura e quella confuciana.

 

Lezioni ad Ancona

“La Cina – spiega la direttrice Francesca Spigarelli – offre ai nostri giovani, alle imprese e alle Università grandi opportunità che possono essere colte solamente utilizzando i giusti strumenti e un corretto approccio, partendo da una conoscenza profonda della cultura e delle peculiarità della Cina, proprio come fece Matteo Ricci”.

Per i prossimi tre anni, l’Ateneo, in collaborazione con l’Istao, gestirà e coordinerà il Master pensato per formare manager e consulenti di alto livello per il mercato cinese, prima ospitato dalla Ca’ Foscari. Le lezioni si terranno ad Ancona nella sede Istao di Villa Favorita, per facilitare la partecipazione di studenti da tutta Italia, vista la posizione logistica baricentrica.

 

Si stringe il rapporto Italia Cina nel mondo del lavoro

“L’Università di Macerata consolida ulteriormente i suoi rapporti con la Cina e, in questa prospettiva internazionale, amplia la propria offerta formativa con un corso che offre prospettive importanti e concrete di occupazione rispetto a un mercato del lavoro sempre più complesso e globalizzato”, sottolinea il rettore Francesco Adornato.

“Il master – ribadisce Spigarelli – risponde alla crescente necessità di esperti di cultura e lingua cinese che diventino manager con elevata professionalità in grado di affrontare con sempre maggior consapevolezza le opportunità offerte dalla Cina”.

Indirizzato a laureati già in possesso di una conoscenza di base della lingua cinese, il percorso formativo integra la formazione linguistico-culturale di base con un bagaglio di nozioni economiche, giuridiche e aziendalistiche, allenando l’uso della lingua cinese nel contesto aziendale. Un corso dal taglio molto pratico, con la partecipazione di docenti esperti provenienti dal mondo delle imprese e delle professioni di supporto al business in Cina e con un tirocinio finale di tre mesi nelle maggiori realtà imprenditoriali e istituzionali italiane in Cina o cinesi in Italia.

 

Imprese, professionisti e studenti alla presentazione del Master

Un pubblico di imprese, professionisti e studenti  ha partecipato all’incontro di presentazione del Master. E’ intervenuta anche Simona Teoldi, della Regione Marche, che ha sottolineato l’importante delle relazioni con la Cina in ambito culturale e turistico, ribadendo il fortissimo interesse del nostro territorio per la Cina.

L’importanza di percorsi altamente professionalizzanti per operare in Cina, innestati su una conoscenza della cultura e lingua cinese, è stata ribadita da Filippo Fasulo, coordinatore scientifico del Centro Studi per l’Impresa della Fondazione Italia Cina presente ad Ancona per illustrare in anteprima i risultati della IX edizione del Rapporto Annuale CeSIF. “La Belt and Road Initiative, meglio conosciuta come la nuova Via della Seta, aumenterà le occasioni di incontro con la Cina, ma la Cina che incontreremo sarà profondamente diversa da quella degli ultimi decenni ed è necessario prepararsi a questo nuovo scenario”, ha ribadito Fasulo.

 

Consumi, qualità e globalizzazione

Interessanti spunti di riflessione, condivise con i presenti e con l’Ambasciatore Sequi, sono emersi nel pomeriggio.

Da un lato, la stabilità e continuità politica decretate con le scelte di Xi Jinping aprono nuovi sentieri agli investitori, ma è vero che la Cina mai come oggi sta profondamente cambiando le basi della propria economia. Il modello del “miracolo cinese” degli ultimi 30 anni lascia il posto a nuovi pilastri che prevedono: la crescita dell’economia a velocità più ridotta, meno investimenti, più servizi, meno export ma più consumo interno e di maggiore qualità. In sostanza, dovendo sintetizzare il cambiamento epocale, “cambiamento d’epoca” come lo ha definito Sequi, che questo paese sta vivendo, sembrano connotarsi tre grandi temi chiave per l’economia cinese che avranno una forte ricaduta sulle imprese italiane che in tale mercato operano: consumi, qualità e globalizzazione. In Cina i consumi sono in fortissima crescita e questo rappresenta una grande opportunità per le imprese italiane e marchigiane. La Cina, d’altra parte, oltre ad essere un grande mercato, è anche un produttore che punta al primato tecnologico. In un’ottica di lungo periodo, la Cina non produrrà più beni a basso valore aggiunto, ma si concentrerà sempre più su prodotti di alta qualità che saranno venduti non solo nel mercato locale, ma che saranno allocati su larga scala nei nostri paesi.

 

La sfida della qualità

La grande sfida competitiva che la Cina sta lanciando sul fronte della qualità implica, sin da ora, la necessità per le nostre imprese di possedere conoscenze sempre più approfondite e specialistiche per operare con e per il mercato cinese e competere anche sui nostri territori in modo consapevole, alimentando ulteriormente la spinta all’innovazione e qualità. Professionisti e imprese che hanno partecipato alla tavola rotonda finale hanno confermato queste riflessioni: Sabrina Dubbini dell’Istao, Fabio Fati Pozzodivalle, professionista del settore legale, Barbara Toce, avvocato e membro del Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio di Europa, Attilio Mucelli direttore generale di Simonetta spa, Paolo Pistola, presidente di Italiainnova, Renato Romagnoli di QS group.

28 giugno 2018

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