Si inaugura il 30 giugno alle ore 18:00, presso la Pinacoteca di Ripe San Ginesio (Macerata), la mostra “Pannaggi. Caricature e ritratti con Buldorini e Fresco”. La mostra sarà visitabile fino al 4 agosto. È questa una delle più interessanti manifestazioni degli ultimi anni sul pittore, architetto, scenografo, fotoreporter futurista maceratese.
Le caricature
Le sue caricature sono oggi riconosciute tra i maggiori esempi del design del Novecento, pubblicate ed esposte in più occasioni in prestigiose manifestazioni fino a divenire veri e propri simboli nella rappresentazione di alcuni personaggi quali Marinetti, Bragaglia, Gropius, Mies van der Rohe e Kandinsky.
Espressione sintetico-astratta
Verso il 1918, alla caricatura tradizionale fatta di lineamenti deformati Pannaggi sostituiva l’espressione sintetico-astratta ispirandosi ai lavori eseguiti dal suo compagno di scuola Giovanni Fresco, anche lui presente in mostra. Ivo spiegava le sue realizzazioni come se fossero, diremo oggi, dei veri e propri interventi di chirurgia estetica: “Le linee esprimono in sé stesse e in svariate combinazioni, la fisionomia e il carattere del soggetto. La sintesi è così forte da giungere alla soppressione parziale o totale dei segni anatomici che avrebbero dovuto rappresentare i lineamenti essenziali della fisionomia del soggetto. Una bocca non è necessariamente disegnata mediante due labbra, né gli occhi mediante cornea, pupilla e ciglia. Anche le sopracciglia in genere sono semplici rette e curve. L’unico lineamento che abbia aderenza anatomica è il naso specialmente nei profili”.
La scultura in soffitta
Grazie a Mario Buldorini, l’amico che lo accompagnò negli ultimi venti anni della sua vita, riprese l’attività artistica. Fu allora che definì le sue caricature astrazioni figurative. Ivo non realizzò mai una caricatura del suo amico perché la sua stagione creativa caricaturale si era interrotta nel 1933, quando il Nazismo tedesco chiuse il Bauhaus interrompendo l’esperienza di Pannaggi nella scuola. Una enorme testa di Ivo scolpita nel polistirolo e realizzata da Buldorini nell’abbaino di casa Pannaggi, è presente in mostra. Cavata dal materiale con sapiente taglio di coltelli per il prosciutto, è lì a dimostrare quanto Ivo fosse personaggio nella Macerata degli anni Settanta. Alto circa un metro e novanta con un ciuccio di capelli raggiungeva i due metri, lo si vedeva torreggiare lungo il corso cittadino, stagliato in un indimenticabile aspetto contraddistinto da abbigliamento e aspetto bizzarri.
Esempio d’intelligenza e onestà
Ivo giocò sempre di sé e con sé fino a spingersi a contrasti controproducenti per la sua reputazione e per la sua vita artistica, non avendo mai aspirato a una “carriera” sia nel mondo dell’arte che in quella professionale. Credeva molto nelle sue idee e nessuno poteva cambiarle, oggi diremo geniali intuizioni, a volte arrivate troppo presto per essere riconosciute nel loro reale valore: sedie, collaggi postali, fotomontaggi, robot, ritratti, poesie, scenografie, balletti, caricature, architetture, fotografie, pubblicità. Un esempio di intelligenza e onestà che tutti i giovani di oggi dovrebbero studiare e apprendere, come quelli del Liceo Artistico di Macerata, recentemente guidati dal prof. Ermenegildo Pannocchia alla riscoperta di Casa Zampini, il capolavoro di Ivo Pannaggi che anticipò le avanguardie europee in Italia.
Gabriele Porfiri – Presidente del Centro Studi Pannaggi
25 giugno 2018