Dall’alto dei suoi 7 metri si affaccia agevolmente all’altezza della balconata del viale delle mura da sole, quasi a voler colloquiare con i numerosi passanti che, spesso, si fermano ad ammirare il panorama con i lontani monti azzurri.
È lì da 40 anni
Se potesse parlare ne racconterebbe di storie, anche perché sono quasi 40 anni che abita lì (tanto tempo è trascorso dalla sua nascita!); sono storie del mondo di sopra, poche; molte di più quelle del mondo di sotto, ai suoi piedi, ma -data l’altezza- con una visione molto lontana, che arriva a comprendere tutta la vasta area dei giardini Diaz.
Luogo bello ma…
Un luogo bello, molto frequentato ma altrettanto movimentato negli ultimi tempi, con presenze di soggetti dediti ad attività portatrici di morte. E questo non tollera il nostro eroe che, seppur ormai maceratese doc, viene sempre da una terra che ha avuto i matamoros; per non parlare poi del suo biografo che ha molto sofferto in terra africana.
Donato dall’artista al Comune
Ma se anche non può parlare, il nostro amico Don Chisciotte della Mancia dimostra chiaramente il suo stato di sofferenza e anche di poca salute, non solo per la morte, in questi giorni, del suo ideatore, Giuseppe Gentili che lo creò con molto lavoro e lo donò, nel 1981, al Comune. Chiese solo il rimborso del costo del materiale ferroso con il quale era stato costruito (tot lire per tot ferro), tralasciando del tutto di addebitare il costo, di valore ben maggiore, del lavoro intellettuale e manuale dell’opera d’arte.
Conserviamolo meglio!
Proprio per questo atto di generosità di Gentili e per conservare al meglio nel tempo il suo dono, sarebbe ormai il caso che da parte del Comune si provvedesse a dare una ripulita alla statua, con qualche barattolo di antiruggine e un po’ di carta vetrata. In tal modo la statua sembrerà un po’ meno quel Cavaliere dalla trista figura, come lo chiamò il Cervantes, forse presagendo la fine che avrebbe fatto il suo eroe nella nostra città qualche secolo dopo.
Siriano Evangelisti
22 giugno 2018