Si parla spesso del valore del tempo, riflettiamoci un attimo lasciandoci guidare dalla figura del Contadino, di colui che attende sul serio, colui che va a ritmo con il cosmo! E noi siamo in grado di vivere in paziente attesa di un cambiamento? Costanti nel bene, nella preghiera, come quel contadino che pone delle basi di ordine nella propria vita spirituale.
Costanza
La costanza dunque dice di perseverare nell’agire per ottenere un obiettivo che dia una ricompensa come risultato. Il Contadino sa ogni giorno cosa deve fare: arare, muovere le zolle, gettare il seme, irrorare la terra e ciò non per ottenere un raccolto abbondante o scarso ma perché in tale agire c’è una Sapienza.
Tenacia
La tenacia è una virtù da chiedere con insistenza, da praticare senza sosta finché non diventa in noi un habitus, un modo di vivere. L’anima è come un terreno che ha bisogno di continue cure, giuste in rapporto al tempo. Infatti la giornata del Contadino comincia presto e finisce tardi: che ci sia il sole o piova occorre concimare, irrigare, dissodare, estirpare le erbacce. Per questo è necessaria la tenacia!
Pazienza
L’attesa paziente è possibile e rassicurante perché costanza e tenacia sono state vissute con dovizia. Il Contadino resta nella pace quando ha fatto il possibile per la sua terra; non va a tirare la foglia con le mani affinché cresca più in fretta ma lascia che segua il suo corso naturale e attende. Il risultato spetta solo a Dio, a noi resta l’attesa paziente, perché il seme germoglia indipendentemente da noi e così avremo maturato in modo equo il nostro tempo e il vero senso della nostra vita.
Riflettere con Charles Baudelaire
Concludo con una breve e saggia, profondamente intensa, riflessione di Charles Baudelaire sul tempo. Leggetela e assaporatela lentamente.
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“Ogni cosa necessita del suo tempo, ma c’è un tempo che pare infinito. È il tempo della trasformazione, del cambiamento, della guarigione, dell’attesa. Quel tempo che vorremmo poter cancellare come d’incanto, o che almeno vorremmo accelerare. Soprattutto noi, noi che viviamo in questo momento storico e culturale dove il tutto dev’essere subito, dove ogni cosa si consuma in un attimo, dove l’attesa genera insofferenza e aggiunge spesso sofferenza alla sofferenza. Non è possibile accelerare. Ci sono ritmi e tempi che non possiamo modificare, che appartengono alla natura dell’uomo e all’universo. Quando si dice: il tempo aggiusta tutto… In realtà siamo noi e sono gli avvenimenti che necessitiamo di tempo per “aggiustarci”. Noi per adeguarci, per abituarci, per trasformarci. Gli avvenimenti per evolvere, maturare, manifestarsi. Non esistono interruttori. Click! No, nessun click. Solo la costanza, la tenacia e la paziente attesa mentre «si lavora per»”.
Fulvia Foti
18 giugno 2018