“Il rosso fiore della violenza” – XLVI puntata

“Oh, oh, pettegole della malora smettetela di fare casino che io ho bisogno di dormire; io, domani all’alba mi devo recare in campagna, lo volete capire o no!” Egli non si era ancora avveduto che la donna svenuta per terra fosse sua figlia e stava per chiudere la finestra con rabbia, quando una comare gli disse: “Sei proprio senza cuore, ‘Chepetust’! Non vedi che tua figlia è qui per terra svenuta?” – “Che cazzo succede qui, stasera?” disse, precipitandosi giù per le scale per andare a soccorrere la figlia.

 

Mia figlia non ha fidanzato!

“È morto il fidanzato di tua figlia!” lo informarono in coro le comari. “Che fidanzato, mia figlia non ha nessun fidanzato, via, via andate a lavare i piatti a casa vostra”. – “Sì, sì, ti fa comodo dire che tua figlia non ha un fidanzato, così prima le hai rubato la gioia e ora gli vuoi negare anche il dolore. Sei proprio un sant’uomo tu, ‘Chepetust’!” Egli, ignorandole, sollevò la ragazza sulle braccia e la portò in casa. Le comari s’attardarono a commentare l’accaduto  e  anche il brutto carattere di quell’ingiusto padre e  anche disumano, dimenticando che ognuna di loro faceva esattamente la medesima cosa nei confronti dei propri figli.

 

Il padre di Mario

Il padre del povero Mario, quella notte dormì ignorando la morte del figlio. La mattina del giorno dopo Carmela, eludendo la sorveglianza dei genitori, si precipitò dal povero vecchio: “Sei mattiniera oggi, cos’è che ti ha cacciato fuori dal letto, stamattina?” chiese incuriosito. “Io… io…” e, torcendosi le mani, cercava di vincere la sua disperazione e di trovare il modo di comunicare a quel povero vecchio la morte del figlio. “Che cos’hai? Non stai bene? hai una brutta cera! Prendi una sedia e mettiti a sedere. Su, cosa t’è accaduto di tanto grave stamane? Per caso quello strozzino di tuo padre ne ha combinata un’altra delle sue?” E così dicendo caricò la sua pipa  e l’accese, fissando la ragazza: “Allora, cara, ti decidi a confidarti con me?” –

 

La notizia

“Mario… Mario…” Cercò di trovare le parole che quella mattina non volevano assolutamente saperne di significare i suoi pensieri. “Mario… Mario!  Che cosa è accaduto a Mario, vuoi dirmelo benedetta ragazza?” chiese il vecchio allarmato. La ragazza, vinta dall’emozione, scoppiò in  un pianto, rotto  da profondi singhiozzi. “Vuoi parlare, per Dio!” Le ingiunse lui perentoriamente, scuotendola per le spalle e fissandola negli occhi. “Mario, il nostro Mario non c’è più!” Urlò lei, abbracciandolo e baciandolo, come se gli avesse voluto impedire di rendersi conto della gravità di quella notizia che il destino infame le imponeva di pronunciare. Al vecchio cadde la pipa di bocca, si staccò da lei barcollando e, come se la odiasse per essere stata proprio lei, il suo ultimo appoggio, a darle quella terribile notizia, cadde di peso sopra una sedia coprendosi gli occhi con le mani. Rimase per lungo tempo in quella posizione, muto e immobile come una statua.

 

I commenti del vicinato

Fuori di casa i singhiozzi della ragazza avevano attirato la solita folla di curiosi che sottovoce commentavano l’accaduto. “Gliel’ha data la notizia?” – “Sì, sì, povero vecchio, all’età sua!” – “Vuoi vedere che gli piglia un colpo?” – “E non fare l’uccello di malaugurio!” – “Che uccello e uccello, vorrei vedere te, se ti dessero la notizia che t’è morto il tuo unico figlio!” – “Eh,sì, non è certamente una bella cosa, ma fallo campare ancora un po’, no?” – “Per me può campare anche cent’anni, ma io non vorrei essere nella sua pelle!”

 

La scelta di Carmela

Carmela gli s’inginocchiò e, staccandogli con forza le mani dal viso, gli disse: “Papà, d’ora in poi tu sarai il mio unico e vero padre. Guardami negli occhi ti prego: se la gioia non ci ha potuto unire, ci unisca adesso per tutta la vita il dolore. Io voglio restare con te per sempre, per sempre ricorderemo insieme il nostro Mario. Egli ci ha voluto tanto bene, noi eravamo tutto ciò che lui ha sempre voluto, eravamo tutto ciò che ha sempre desiderato in questa vita e sono certa che continui a volere sempre le stesse cose anche nell’altra. Ti prego, dimmi una parola, non farmi odiare ancor di più questo maledetto giorno, mandandomi via. Ti supplico guardami negli occhi e se anche non vuoi parlarmi, capirò lo stesso.  Matteo la guardò con i suoi occhi chiari, pieni di lacrime e l’abbracciò con tutto l’affetto che nutriva e, singhiozzando, le disse di non lasciarlo solo. Carmela fece la scelta più coraggiosa che una giovane donna possa fare: rinunciare alla sua vita, al suo futuro, per dedicarsi alle cure e al sostegno di un povero vecchio che si era visto rapire il suo unico figlio da una tragica e immatura morte.

 

La sfida

Lei volontariamente infrangeva con quella sua scelta, una regola di vita codificata dai secoli: la stretta e servile sudditanza dei figli all’autorità dell’arcaico padre-padrone della famiglia tribale dei tempi andati. Sapeva che la sua scelta le avrebbe negato per sempre il diritto di far parte della famiglia e del paese e che, una volta morto Antonio, le sarebbe venuto meno ogni altro sostegno. Lei, pur di mantener fede alla promessa fatta al suo ragazzo, avrebbe sfidato il mondo intero. I compaesani ebbero per molto tempo materia viva per discutere sul pro e sul contro, ma per il pro si battevano solo pochi ed erano tutti giovani. Chi meditava disegni di vendetta era il padre di Carmela, Francesco “Chepetust”, il quale non poteva tollerare il discredito che gli veniva dall’abbandono della sua casa da parte di quella figlia che solo in fatto di durezza di carattere somigliava tanto al padre.  

continua

18 maggio 2018  

 

 

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