Ho ripreso le abitudini che avevo prima del terremoto: ho bevuto un buon cappuccino. L’ultimo lo avevo bevuto il 25-8-2016 nel suo Bar della piazzetta, fortemente lesionato dai terremoti dell’Ottobre, da Rita (Michelangeli) che ha riperto il bar in un modulo prefabbricato. Rita, innamorata di questo territorio, senza pensare a risultati economici, ha dato un segnale di ripresa di Castelsantangelo sul Nera dopo i tremendi terremoti del 2016.
La storia
La storia millenaria, le tradizioni, la cultura di “Castello” non possono essere dimenticati: presumibilmente “Castello” cominciò a essere “Guaita”, alle dipendenze di Visso, nel 1300 terminando la sottomissione a Visso iniziò a essere Municipio tra i Comuni.
Castelsantangelo sul Nera – sotto la protezione dell’arcangelo Michele – si presentava ai suoi abitanti (io stesso sono uno straniero, che ha amato e ama questi luoghi per merito di mia moglie Angela) e ai visitatori severo con le mura medioevali trecentesche e le sue torri, le sue belle Chiese romaniche, le vecchie case, la bellezza e la dolcezza di un paesaggio pittoresco. Lo rivogliamo così il nostro paese.
La richiesta
È impietoso un articolo di Valerio Franconi (è ovvio che rivolga le sue parole a Visso, ma quanto scrive è valido per tutto il territorio) sulla cultura e la dolce bellezza medioevale custode di storia ed arte: “…ci ricordiamo che la protezione sismica va veloce, sempre più veloce, mentre noi stiamo fermi. Ecco per un paese con un tessuto medioevale il problema della ricostruzione: ‘dov’era e com’era’ sembrerebbe risolto. E invece no, perché con la parola ‘possono’ la legge toglie ai Comuni ogni obbligo a fare…Ebbene, mentre la ricostruzione sta ferma tra nuove scosse, promesse e inghippi burocratici (e politici), noi chiediamo al Commissario per la ricostruzione che i centri storici danneggiati vengano salvaguardati e tornino a vivere non con una piattaforma web (sicuramente meno costosa), ma con progetti e provvedimenti immediati che evitino la cancellazione dei tesori artistici sopravissuti…”.
La voglia di ricostruire
La voglia di ricostituire questo territorio è testimoniata da Rita Michelangeli, da Stefano Potenza (è adottato anche se non è di Castello), da Agostino Batassa, dagli Olivieri, dai Blanchi, dai Riccioni, dai “maghetti” di Gualdo, dal Navigante che presto riaprirà, dalle fotografie che mostrano un paese e le frazioni distrutte e dall’impegno di Marta (Cristianini) che è stata vicino alle persone: “…Dopo le scosse il Gus ha deciso di esserci. Di essere parte attiva nelle operazioni di sostegno per questa nuova emergenza che stava colpendo molti comuni marchigiani. E noi eravamo già li pronti a partire da quello che era necessario fare e da ciò che si doveva e poteva fare…La distruzione era dentro ogni abitante, terrorizzato da quelle scosse: non solo per chi il terremoto lo aveva vissuto nel ’97, ma anche per chi lo ha vissuto per la prima volta il 24 Agosto del 2016…”, e tanti altri che costruiscono, passo per passo, la rinascita.
I problemi
A quello del bar di Rita si attendono altri servizi come l’apertura della indispensabile farmacia e sarebbe opportuno che intervenisse di “nuovo” il sindaco Mauro Falcucci per sollecitare e comunicare i tempi ai residenti, perché una popolazione sempre più anziana è obbligata ad andare a Visso come avveniva prima dei terremoti. Rimangono aperte le problematiche relative alla ricostruzione delle seconde case (non si deve dimenticare che il turismo è sempre stato il volano per la nostra economia) e più genericamente, riguardanti l’occupazione e la crescita della montagna. Nessuno dimentichi che le problematiche del “post” terremoto sono ancora presenti in tutte le persone che sono tornate a vivere a Castelsantangelo sul Nera.
Giulio Lattanzi
27 aprile 2018