Nelle tre lapidi commemorative dei morti in Guerra presenti a Corridonia (nella Chiesa di Santa Croce, sopra la fontana di Piazza Corridoni e all’entrata del Cimitero) il primo caduto è Antonio Pavoni morto nel 1848.
“Nella milizia morì”
Nello Stato delle Anime del 1835 si legge che Antonio Pavoni nasce a Montolmo (l’antica Corridonia) l’8 febbraio del 1813: accanto al suo nome, senza indicare la data è scritto: “nella milizia morì”. La dicitura è davvero sibillina, e a questo punto bisogna procedere per ipotesi. La data del 1848 fa ovviamente pensare a qualche episodio della Prima Guerra di Indipendenza. Ritengo molto plausibile che abbia partecipato alla guerra con le truppe pontificie che all’inizio affiancarono quelle Piemontesi.
Le truppe pontificie
I Pontifici avevano costituito una divisione agli ordini del Generale Giovanni Durando composta da circa 10.000 uomini su dieci battaglioni, cinque squadroni di cavalleria, due di Dragoni, una Compagnia Carabinieri e altri reparti minori. A fianco dei regolari vi era una divisione di volontari dei territori pontifici di circa 7.000 uomini al comando del generale Ferrari, composta da 14 battaglioni e un piccolo squadrone di cavalleria. Partiti da Roma in poche migliaia, i volontari accrebbero in gran numero per strada. Furono inoltre rinforzati da circa 1.000 volontari al comando dello Zambeccari.
La disobbedienza del generale Durando
Quando Pio IX ordina il ritiro del contingente alla fine dell’aprile‘48, i pontifici erano penetrati in Veneto. Il generale Durando non ubbidisce al comando sostenendo a inizio di maggio durissimi scontri intorno a Vicenza e a Cornuda, dove i pontifici resteranno sconfitti e dovranno ritirarsi a causa del pessimo comando e non del valore che di certo non mancò. Pertanto il Pavoni si sarebbe potuto arruolare come volontario allo scoppio della guerra e essere stato inglobato in qualche battaglione pontificio.
Le origini della famiglia Pavoni
Interessanti invece sono le notizie anagrafiche riguardanti la famiglia Pavoni. Antonio nacque da Giuseppe Antonio (27/5/1778 – 14/5/1848) e da Maria Pizzabiocca (9/5/1782-1/5/1852). Aveva 2 fratelli e una sorella: il Canonico Don Luigi (nato 5/7/1805), Vincenzo (nato 11/12/1819) e Rosa (nata 7/7/1815). Poi Rosa sposò Ferdinando Martini (morto 23/4/1893), mentre il fratello Vincenzo sposò Enrica (nata 9/11/1823) figlia di Pietro Pampinoni (di Ottavio). Vincenzo ed Enrica ebbero tre figli, Luigi Niccola (nato il 21/12/1848), Antonio Maria (nato 7/9/1852) e Giuseppe Filippo (nato 4/10/1853). Non si può non notare il nome del secondo figlio: Antonio Maria; il riferimento al fratello morto nella milizia e alla madre da poco defunta è assai probabile: comunque non è da escludere neanche che abbia voluto ricordare il secondo nome del padre. Ci si può chiedere perché non abbia chiamato Antonio il primo figlio: forse non era ancora a conoscenza della sua morte (poteva risultare disperso), le notizie in quella epoca non viaggiavano certamente in maniera veloce come accade oggi, oppure forse non c’è un vero motivo: spesso a posteriori ci si fanno tante domande a cui non è possibile dare una risposta.
Vincenzo Pavoni musicista e maestro di cappella
Bisogna anche ricordare che Vincenzo Pavoni è stato un discreto musicista, da quanto ritrovato scritto “…maestro di cappella, pianista squisitissimo, buon compositore, massime nella parte istrumentale, è disinvolto allievo di Mercandate, di Corticelli”. Sembra che abbia diretto prima la “Cappella musicale” cittadina, quindi nel 1855 si sia spostato a dirigere quella di Sant’Elpidio a Mare. Ritornò a Pausula nel 1863 dove diresse fino al 1879 il patrio concerto, cioè la banda cittadina. Muore il 21 settembre 1891. Qualunque sia stata la morte di Antonio Pavoni merita senza dubbio un nostro affettuoso ricordo.
Modestino Cacciurri
13 aprile 2018