C’è un detto che recita: “Sbagliare succede a chi fa…”, va bene ma un giornalista deve sempre controllare affinché ciò che scrive sia corretto, nella forma e nella sostanza.
Le sorgenti del Mississippi
Siamo nel Medio Maceratese tra il 2013 e il 2014, su di un periodico locale, compaiono tre brevi articoli (non firmati e senza sigla), relativi a un anziano che ha viaggiato e lavorato all’estero, anche durante la seconda guerra mondiale. L’anziano era nato in Pennsylvania (Usa) e soleva raccontare “proprio alle sorgenti del Mississippi”. In due dei tre articoli, gli autori, che hanno ascoltato e steso quei ricordi, si sono fidati troppo dell’interlocutore. Non si sono presi la briga di accertare se effettivamente in Pennsylvania scorresse il fiume Mississippi. Il Mississippi, che gli Algonchini chiamavano Misi Sipi (grande fiume), nasce nel piccolo lago Itasca nel Minnesota e non lambisce neanche la Pennsylvania, da essa dista molte centinaia di chilometri. Dopo 3.770 km, sfocia a sud nel golfo del Messico. Le sorgenti di quel grande fiume furono scoperte da Giacomo Costantino Beltrami (Bergamo 1779 – Filottrano 1855) esploratore e patriota italiano che visse e lavorò anche nelle Marche. A Filottrano (An) c’è un museo che raccoglie una parte dei cimeli delle sue esplorazioni. In Pennsylvania, Stato che si trova a est, scorre il fiume Ohio, principale affluente di sinistra del Mississippi. L’anziano, in buona fede, forse voleva dire che le acque dell’Ohio, alla fine, confluiscono nel Mississippi. Ma la verifica è mancata e… le enciclopedie cartacee sono ancora utili.
Guerre confuse
Sabato 13 novembre 2004 in un periodico locale uscì l’articolo: “Rino Olivari, storia di guerra, prigionia e lavoro” redatto dal giornalista D. P. e nel pezzo c’è scritto che il reduce Olivari, classe 1916, aveva “affrontato la grande guerra”, ossia la prima guerra mondiale (1914-1918). Quando un giornalista si accorge di aver commesso un errore in un articolo già pubblicato, deve provvedere alla rettifica, anche se non gli è stata richiesta. In quel caso invece la rettifica la fece Antonio Franconi con un trafiletto intitolato “A lezione di storia” nel quale si faceva notare che, confrontando l’anno di nascita con la durata della guerra, l’Olivari non aveva potuto partecipare a quel conflitto. Poi fa rilevare che un bombardamento inglese sulla caserma dell’Olivari non poteva essere accaduto il 17 giugno 1939, perché, a quella data, la guerra non era ancora scoppiata. Lo stesso vale per il gennaio 1940 quando il signor Olivari, insieme con migliaia di altri soldati, sarebbe stato preso prigioniero dai britannici. È bene rammentare che la seconda guerra mondiale (gli inglesi la scrivono con le iniziali maiuscole), voluta da Benito Mussolini, com’è noto fu annunciata dal medesimo il 10 giugno 1940 dal balcone di palazzo Venezia. Chi racconta della propria vita, a volte, non ricorda bene le date o le confonde, sta a chi scrive quelle storie verificarne l’esattezza.
La notizia… anticipata
Qualche anno fa un quotidiano locale pubblicò un trafiletto, appena poche righe, dei fuochi artificiali esplosi in una città che entusiasmarono le migliaia di persone accorse per vedere lo spettacolo. Peccato che, a causa di una pioggia improvvisa, non vennero fatti. Quindi ogni notizia per essere pubblicata deve essere… matura, nel senso che deve essere sicuramente avvenuta!
“Copy editor” chi è costui?
Nelle redazioni di grandi riviste come l’americana “Time” vi lavora questa figura professionale. È un correttore di bozze particolare, non si limita a correggere lo stile e la grammatica, si pone domande su tutto quello che legge. Verifica una data, anche se sembra corretta, quando è citata l’età di una persona, la confronta con la data di nascita. Ricalcola le percentuali; se c’è un’indicazione geografica o stradale ne controllano l’esattezza sulla carta. Controlla addirittura anche la dichiarazione di un politico per vedere se è stata riportata fedelmente tra virgolette. Nel settimanale “Internazionale” si legge che esse, spesso, sono le persone più utili di una redazione e che la metà degli errori corretti sono fattuali. Questo fa la differenza tra le memorie di vita vissuta messe giù di getto e quelle controllate e verificate.
Eno Santecchia
17 marzo 2018