Egregio direttore di una rivista e di un sito web dedicati anche alla ricerca storica, dopo giorni dalle elezioni politiche si crede opportuno verificare analogie con quanto avveniva nei primi anni del secolo scorso.
La documentazione più concreta va desunta dagli scritti del grande Trilussa, poeta che non ha mai praticato il politicamente corretto. Con mesta letizia ha sempre fotografato la pusillanimità degli italiani, sempre pronti a privilegiare la convenienza alle convinzioni…
La sincerità ne li comizzi
Er deputato, a dilla fra de noi,
ar comizzio ci agnede contro voja,
tanto ch’a me me disse: – Oh Dio che noja!
Me lo disse: è verissimo, ma poi
sai come principiò? Dice: È con gioja
che vengo, o cittadini in mezzo a voi,
per onorà li martiri e l’eroi,
vittime der pontefice e der boja!
E, lì, rimise fòra l’ideali,
li schiavi, li tiranni, le catene,
li re, li preti, l’anticlericali…
Eppoi parlò de li principî sui:
e allora pianse: pianse così bene
che quasi ce rideva puro lui!
La politica
Ner modo de pensà c’è un gran divario;
Mi’ padre è democratico cristiano
E siccome è impiegato ar Vaticano
Tutte le sere recita er rosario;
De tre fratelli, Giggi ch’è er più anziano
È socialista rivoluzionario,
Io invece sò monarchico, ar contrario
De Ludovico ch’è repubblicano.
Prima de cena liticamo spesso
Pe’ via de ’sti principii benedetti:
Chi vò qua, chi vò là… Pare un congresso!
Famo l’ira de Dio! Ma appena mamma
Ce dice che so’ cotti li spaghetti
Semo tutti d’accordo ner programma.
Doppo l’elezzioni
Nun c’era un muro senza un manifesto,
Roma s’era vestita d’Arlecchino;
ogni passo trovavi un attacchino
c’appiccicava un candidato onesto,
cor programma politico a colori
pè sbarajà la vista a l’elettori.
Promesse in verde, affermazioni in rosso,
convincimenti in giallo e in ogni idea
ce se vedeva un pezzo di livrea
ch’er candidato s’era messa addosso
cò la speranza de servì er Paese….
(viaggi pagati e mille lire ar mese.)
Ma ringrazziamo Iddio! ‘Stavorta puro
la commedia è finita, e in settimana
farà giustizia la Nettezza Urbana
che lesto e presto raschierà dar muro
l’ideali attaccati co’ la colla,
che so’ serviti a ingarbujà la folla.
De tanta carta resterà, se mai,
schiaffato su per aria, Dio sa come,
quarche avviso sbiadito con un nome
d’un candidato che ci-à speso assai…
Ma eletto o no, finché l’avviso dura,
sarà er ricordo d’una fregatura.
Sono trascorsi pochi giorni e appena si conoscono tutti i nomi degli eletti: forse 100 anni fa erano più efficienti, sicuramente meno cervellotici nel creare le regole. Comunque niente di paragonabile con quanto avviene in questi giorni: i nostri rappresentanti sono tutti disinteressati, si sacrificano per noi, rifuggono dalle mille lire al mese, professano ideali irremovibili (solo poche centinaia cambiano casacca più volte, ogni legislatura), non ingarbujano la folla.Nel caso del fallimento delle banche l’hanno promosso e tollerato perché i “tecnici” hanno sostenuto che “il denaro dà alla testa”, la Sanità insegna “è meglio prevenire che curare”. L’hanno fatto per voi. INGRATI.
Non vi rendete conto che viviamo di una politica evoluta, competente, altruista, concreta, volta al benessere esclusivo del popolo (bue)…
EnneGi, lettore affezionato
8 marzo 2018