Giuseppe Di Modugno, scrittore e cultore di storia che non trascura aspetti leggendari a essa connessi, ci offre una nuova pubblicazione che si intitola appunto Le Marche leggendarie. Quasi un’appendice di varie rubriche curate in passato dall’autore stesso per giornali e riviste.
Presentazione di Giancarlo Trapanese
Ne dà testimonianza di ciò una brillante presentazione di Giancarlo Trapanese che, prima di entrare in RAI e di rivelarsi egli stesso scrittore, in qualità di Caporedattore responsabile della sezione maceratese di Corriere Adriatico, ospitò nella testata da lui diretta, molte delle storie raccolte e trascritte dallo stesso Di Modugno.
A ogni luogo corrisponde una leggenda
A ogni luogo citato in questo nuovo attraente libro dell’autore pollentino, corrisponde una leggenda, facendo sì che tutte le storie narrate non si perdano in una assoluta genericità fantastica ma risultino ancorate ad un luogo reale e siano risultato e verifica di una tradizione orale che si è tramandata nel tempo, e dunque degna di essere ancora ricordata. Al gusto favolistico dello scrittore corrispondono una sorprendente capacità evocativa e un appeal narrativo capaci di riscaldare la fantasia di piccoli e grandi lettori. In genere egli parte da un dato reale e da certe sue caratteristiche fisiche, per arrivare al mistero di avvenimenti strani che ancora oggi restano inspiegati.
Il trave di Numana
Chi non conosce, a esempio, il Trave nelle acque di Numana? Ma in pochi sanno che quello scoglio, che dalla riva si protende per circa un chilometro a fior d’acqua verso est, fosse l’inizio di un lungo ponte che in tempi immemorabili collegava il Conero alla opposta sponda dell’Adriatico. Realtà non verificabile, certo, ma chi può negare il legame di cultura e di popoli che è sempre esistito, o si è sempre auspicato, tra le due sponde? Solo un esempio, questo, per significare che dietro a storie fantastiche si possono celare significati non avulsi dalla realtà storica.
Una miriade di leggende
Di Modugno di tali esempi, nel libro, ce ne offre una miriade: i laghi di Pilato, le Sibille, le Due Sorelle, le fate dai piedi caprini, Guerrin Meschino, Paolo e Francesca, il paladino Orlando, le pietre di Pretare tristemente evocative di recenti tragedie, e tanto altro. Il tutto narrato con delicata e ben riposta ironia, come a dire: io vi racconto, ma non prendetemi troppo sul serio! Nel volume compaiono foto rare o inedite e dipinti di Nazareno Angeletti, e per ogni storia è elencata una bibliografia a essa riferita. Insomma, un’occasione di buona lettura che può risultare interessante a chi si voglia abbandonare a un mondo irreale, o quasi, per gustarne il divertimento fantastico, ma anche a chi invece ami capire come questo mondo si sia man mano arricchito, sino a stabilirsi come immaginario di tradizione, cioè agli appassionati o cultori della materia. Il libro, di 144 pagine, è pubblicato dalle Edizioni Simple nella collana Memorie.
Lucio Del Gobbo
7 marzo 2018