Nata a Mogliano, vissuta a Treia: Serafina Latini

Serafina nacque a Mogliano il 13 febbraio 1753 da Giuseppe Latini, discendente da una nobile e antica famiglia fermana e camerinense, ed Eufrasia Angelisti, appartenente a una importante famiglia di Petriolo.

 

Quella piaga vicina al cuore

Era la secondogenita di 14 figli, e fin da piccola si dovette occupare della casa e dei fratelli. Come era costume delle famiglie più distinte, i ragazzi avevano un maestro in casa, un sacerdote, che insegnò loro a leggere e scrivere, nozioni di storia sacra e dottrina cristiana. Serafina crebbe maturando un grande fervore religioso, che presto le fece meditare di prendere i voti, ancor più dal giorno in cui, durante le sue consuete preghiere di fronte a una immagine sacra della Madonna con il Bambino, ebbe una visione: Gesù si staccava dall’immagine e come un baleno le penetrava nel petto. In quel punto, vicino al cuore, si aprì da quel giorno una piaga che le rimase tutta la vita, e nessun medico riuscì a curare.

 

I doni soprannaturali

Dopo una lunga e dura opposizione dei genitori, a 19 anni Serafina entrò in convento tra le religiose Benedettine di Treia, dove tra l’altro aveva quattro zie monache. Qui cambiò il proprio nome, non sarà più Serafina ma Angela Maria. La modestia, la bontà, l’assistenza ai bisognosi, non furono le sue uniche virtù: è attestato da autorevoli testimoni (le consorelle, il vescovo, numerosi sacerdoti, nobili del posto) che avesse doni soprannaturali: riusciva a vedere “dentro” le persone, operava guarigioni, profetizzava, cadeva in estasi, e a 30 anni le comparvero le stimmate alle mani e ai piedi. In un mondo e un tempo in cui la religiosità e le conversioni erano cosa comune, spesso un condizionamento o una forzatura, Serafina si distingue, e con lei molti altri, per la spiritualità intensa e sincera, una connessione al divino che fa del corpo un impedimento, la punizione per non essere ancora degna di ricongiungersi alla fonte: racconta che “un giorno, udendo la messa, mi è saltato fuori lo spirito così mai svisceratamente che non so come possa esser viva…”.

Le profezie prima della morte

La sua fama di profetessa e guaritrice si sparse velocemente, e le grazie per sua intercessione continuarono dopo la sua dipartita, avvenuta a soli 50 anni nella notte tra il 3 e il 4 gennaio 1804 per aver contratto il tifo, e dopo aver predetto la sua morte e la prossima soppressione del monastero e delle monache. L’ex monastero Benedettino di Santa Maria della Pace, dal 1859 è sede dell’ospedale di Treia, l’antica istituzione risalente al 1267 originariamente situato in un palazzo vicino alla piazza principale. Oggi 13 febbraio 2018, vogliamo ricordare Angela Maria Latini, Serva di Dio, nel 265° della sua nascita, invocandola in una preghiera: che continui ad aleggiare a protezione degli ammalati, e dell’ospedale stesso, perché fu creato per i poveri, gli infermi, gli orfani e i pellegrini ed è sempre stato difeso strenuamente dalla comunità treiese, dal medioevo a oggi.

Simonetta Borgiani

Fonti: Onelio Roccetti – l’ospedale di Treia nella seconda metà del XVIII secolo (su www.treiaonline.it)

Lettere ed elevazioni mistiche della Serva di Dio D.Angela Maria Latini Angelisti – p.A.Annibaldi.

13 febbraio 2018

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