“Ricordi di Walter Filoni, un casettaro”, un libro fortemente voluto dai figli di Walter, Maria e Giovanni, per ricordare la figura di un padre amato, ma anche quella di un uomo dotato di una grande bontà d’animo, dai comportamenti corretti al limite dell’irreprensibile. Una persona come poche, dallo sguardo limpido e diretto: lo sguardo di un uomo dalla coscienza a posto. Non amo entrare nel personale ma posso dire di aver conosciuto una rara persona, entusiasta della vita pur se questa non è stata tenera con lui. Il volumetto consta di 96 pagine, ricco d’illustrazioni, è diviso in due parti: una in cui Walter racconta del suo essere “casettaro”; la seconda nella quale condivide con i lettori le sue passioni “casalinghe” e rende noti alcuni episodi derivanti dal suo lavoro di ispettore ministeriale del servizio anti frodi alimentari.
Prima parte
Queste pagine nascono dalla collaborazione di Walter con La rucola che, di mese in mese, ha fatto scorrere davanti agli occhi dei lettori un caleidoscopio di personaggi, di vecchi mestieri, di macchiette popolari e di bottegai che è ruotato nella zona de “le casette”, il rione di Borgo Cairoli. Questo almeno nei ricordi dell’infanzia, poi nel momento in cui Walter è diventato più grandicello i suoi interessi si sono spostati in una zona vicina, là dai Salesiani. Gli scherzi sono diventati diversi, forti della partecipazione di più coetanei, tra i quali spicca la figura di quello che sarebbe diventato un grande attore, sia di cinema che di teatro, Silvio Spaccesi. Il tutto infiorato dai racconti delle avventure (disavventure per chi ci si è trovato coinvolto) di “lu Ricciu”, di “Brigattié”, del dottor Graziosi e dei suoi pazienti, delle belle Ginevra e Lola, del fantasma de “lu puzzacciu” che spaventava a morte le “lavannare” e ancora Pilade e Cesarino, Briscoletta senior, Mappó. Non manca il racconto della tragedia vissuta dalla città tutta: il bombardamento di Macerata che tante vittime causò, il pianto disperato di don Ennio che raccolse tra le macerie il corpo esanime di uno dei ragazzi che frequentavano i Salesiani. Episodi divertenti ed episodi toccanti visti con gli occhi di un ragazzino che, fin d’allora, iniziava a manifestare un ampio orizzonte d’interessi e una poliedrica capacità di applicarsi che gli saranno utili durante il suo percorso di vita.
Seconda parte
Cambia il tono dei racconti, che continuano a mantenere comunque un sottofondo di leggera ironia, nella seconda parte del libro. Alcuni riguardano le attività, per così dire, casalinghe di Walter: la sua passione per le cose fatte in casa, salutari come il pane, di cui fornisce la ricetta; oppure gradevoli come l’infuso di comodo, il cosiddetto limoncello o, ancora, il sapone profumato e igienicamente perfetto. Passiamo quindi ai paragrafi dedicati alle esperienze lavorative: precisi e ficcanti nel chiarire le frodi alimentari e densi di buoni consigli. E sfilano pagine su pagine dedicate all’olio extravergine di oliva, alla Vernaccia di Serrapetrona, alle vinacce siciliane che diventano vino francese, alla pregiata razza bovina marchigiana per la quale tanto è stato fatto per essere poi vanificato. Non mancano i consigli per difendersi dalla processionaria predisponendo un… esercito di formiche oppure di paperelle per combattere le zanzare. Affronta di petto il problema degli OGM, Organismi Geneticamente Modificati, tenendo sempre e comunque le parti della Natura, che Walter ama e difende. In tutti i suoi scritti traspare sempre la voglia di educare, di far crescere le persone nella consapevolezza di sapersi integrare in modo amorevole ed equilibrato con il mondo che le circonda. Il libro termina con una bella lettera dei figli, Maria e Giovanni, che fa ulteriormente comprendere il valore di questa persona, il nostro Amico Walter Filoni.
Fernando Pallocchini
9 febbraio 2018