Con il taglio del nastro di domenica pomeriggio, al Contemporary Marche Art, si è chiuso il ciclo delle inaugurazioni degli allestimenti espositivi dedicati dal Comune di Corridonia, con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti di Macerata, all’Architetto Marone Marcelletti in occasione del centenario della sua nascita. In precedenza, nella mattinata di sabato, si era inaugurata la mostra principale su Marone architetto presso la Sala Consiliare del Comune di Corridonia, mentre a seguire nel pomeriggio era stata aperta l’esposizione fotografica, presso l’Officina delle Arti sempre in centro storico, dedicata alla vita di Marone nell’ambiente corridoniano dell’epoca.
Tre appuntamenti
I tre appuntamenti sono stati pensati con l’obiettivo di restituire l’articolazione della personalità di Marone e allestiti in luoghi diversi della città di Corridonia: presso la sala consiliare del comune, la prima parte, con l’allestimento della mostra “Marone: disegnare architettura” consistente in una selezione di disegni, schizzi a mano libera, ecc. di progetti in gran parte corridoniani, dove si cerca di individuare un punto di partenza per un discorso approfondito sulla vasta opera dell’architetto. La seconda parte “Marone: corridoniano d’eccellenza” presso l’Officina delle Arti, atelier recentemente inaugurato in via Piave15, ne sottolinea i valori umani. Una mostra che lo ricorda protagonista fin da giovanissimo della vita corridoniana e maceratese, dotato di un carisma formidabile, fino alla sua scomparsa nel 1981. La terza parte “Peschi, Tulli, Marone e dintorni”, presso il Contemporary Marche Art indaga il contributo di Marone sul fronte artistico in particolare attraverso la collaborazione con Wladimiro Tulli e Umberto Peschi, a loro volta protagonisti assoluti del ‘900 maceratese, e come maestro e vero e proprio “educatore” di talenti.”
I relatori
Sabato mattina si è partiti, nell’affollato atrio antistante la sala consiliare, con i saluti portati dal sindaco di Corridonia, Paolo Cartechini e dal presidente dell’Ordine degli Architetti, Vittorio Lanciani. Successivamente anche gli eredi della famiglia Marcelletti e i rappresentanti dello staff organizzativo della manifestazione su Marone hanno voluto far sentire l’intensità con cui è stata vissuta la preparazione di questi eventi.
A questo punto è cominciata la vera e propria conferenza tenuta dagli stessi architetti che hanno curato la mostra. In sequenza sono intervenuti: Mario Montalboddi, Paolo Basilici, Ilenia Pierantoni e Michele Schiavoni. Questi hanno delineato, sotto diverse angolature, l’importanza della figura di Marone Marcelletti ed il valore della sua opera per quello che ha rappresentato nel panorama del secondo Novecento e per quello che ci ha trasmesso in eredità dal punto di vista culturale.
Marone e il territorio maceratese
Una vicenda professionale, artistica anche, connotata da una forte componente che lega Marone al territorio maceratese dal quale non si è mai allontanato, che però va ad intrecciarsi con la sua fede verso il linguaggio del moderno. I suoi progetti, i tantissimi disegni preparatori, fanno emergere questo suo personalissimo modo di interpretare le nuove frontiere del linguaggio architettonico. Un personalissimo stile che lo differenzia nettamente dai suoi colleghi illustri maceratesi dell’epoca: Paolo Castelli ed Alfredo Lambertucci. L’occasione, in particolar modo l’allestimento all’interno del Palazzo Comunale, ha messo in luce la sua vocazione, e forse anche un suo futuro destino come in molti auspicano, quale Palazzo della Culturao Museo del Novecento per la città di Corridonia.
L’Officina delle Arti
Nel pomeriggio, poi, presso l’Officina delle Arti, i numerosi intervenuti alla cerimonia inaugurale, hanno potuto immergersi nella splendida atmosfera dell’atelier recentemente ristrutturato. Ambiente senz’altro suggestivo e consono al racconto del “vissuto” di Marone in una Corridonia che stava, proprio in quel periodo, compiendo il trapasso dalla vecchia alla moderna fisionomia.
Il clou del pomeriggio è stato il racconto a due voci di Pietro Molini e Silvio Craia che hanno rievocato i momenti vissuti insieme a Marone. Veramente toccante il modo con cui Pietro e Silvio siano riusciti a tratteggiare le qualità umane di Marone attraverso ricordi, talvolta anche piccoli dettagli, che hanno fatto toccare con mano la grandezza di questo personaggio, il suo carisma, che spesso intimidiva ma alla fine regalava tanti stimoli, tanta energia a tutte le persone venute in contatto con lui che, alla fine, gli riconoscono la qualità del Maestro, d’arte e di vita.
Le architetture di Marone
Infine domenica pomeriggio al Contemporary Marche Art si è aperto il sipario su un allestimento che propone da un lato alcune immagini di architetture di Marone, soprattutto di interni, che contengono istallazioni di Umberto Peschi e di Wladimiro Tulli e dall’altro una serie di opere originali, grafiche e pittoriche di Tulli ed una bellissima scultura lignea di Peschi oltre a due pannelli creati da SivioCraia, proprio dedicati a Marone, suo maestro. Dopo il rituale saluto del Sindaco, Daniele Taddei e successivamente Alvaro Valentini hanno ampiamente illustrato il clima culturale ed artistico nel quale si inseriva Marone caratterizzato dalla presenza nel Maceratese di tanti protagonisti di altissimo livello. I primi trent’anni del dopoguerra sono stati per Macerata veramente ricchi dal punto di vista artistico. L’appuntamento per parlare approfonditamente delle vicende artistiche maceratesi del secondo dopoguerra è il 7 gennaio, a chiusura delle celebrazioni Maroniane, sempre al Contemporary Marche Art.
19 dicembre 2017