La scultura contemporanea tende a portasi fuori dai sui ambiti tradizionali; venuto meno il presupposto celebrativo, trova ispirazione altrove, si accosta all’architettura, si impegna a stabilire od ornare spazi cittadini, tratta d’altro, insomma, e cerca di fare di questa sua “fuga” motivo di altra poetica: la latitanza, l’estraneità, e attraverso esse rappresentare lo smarrimento di questa nostra epoca priva di apparenti valori, svoltando verso tematiche esistenziali. In casi meno impegnativi cerca il compiacimento nella forma fine a se stessa, e stempera nell’eleganza e nella finitezza delle opere (spesso affidate alle mani di esperti artigiani!) questa sua crescente estraneità. Non così si può dire della scultura di Sandro Piermarini. Egli pensa di suo ed è questo il primo segnale del suo impegno: ha capito insomma che l’artista, prima di ogni altra cosa è un intellettuale, chiamato a pensare tenendo dietro a sensazioni e fantasie sì, ma non chiudendosi a un impegno civile. Sandro Piermarini pensa all’arte e pensa con l’arte. Pensa all’arte come cosa viva che sia al servizio dell’uomo, e cerca di rimediare a questa perdita di memoria della scultura contemporanea mettendo nella ricerca la sua esperienza personale, il suo pensiero, componendo una sorta di diario in progress inserendo come componente autobiografica sogni, passioni, volontà, un po’ di rabbia e, non di meno, ironia. La sua recente mostra a San Claudio, sebbene introdotta da un imponente gruppo equestre dedicato al boss di Aquisgrana, sfugge a un pronunciamento storico diretto riguardante il luogo e un suo presunto retaggio (troppo impegnativo; del disquisire “magno” se ne è fatto abbastanza!) e si scioglie in un tono confidenziale, disponibile all’ironia, ma non estraneo alla fatica del quotidiano: il lavoro, gli strumenti che servono, il pane, e altre cose che riguardano la vita di ogni giorno. Tutto questo non si configura in chiara scelta poetica? Le menti pensanti, che siano condivisibili o no le loro idee, risultano sempre stimolanti e dense di proposte che crescono su se stesse. Nel repertorio di Piermarini c’è sempre un pensiero volto all’arte e al rispetto del patrimonio storico-artistico esistente; uno stimolo a conservarlo al meglio, e possibilmente a migliorarlo.
Lucio Del Gobbo
28 novembre 2017