Gli esami di ammissione alle facoltà universitarie

Si sono svolti nei giorni passati gli esami per l’ammissione ad alcune facoltà universitarie. Tanti giovani che hanno già subito la fatica degli esami di maturità sono sottoposti a una nuova preoccupazione non meno importante della prima perché ne va del loro futuro. Quante speranze resteranno deluse! Si parla che in alcune facoltà di certe Università la possibilità di riuscita è uno su dieci e sono università piccole. Figuriamoci quelle delle grosse città come Roma, Milano, Bologna… il rapporto d’ingresso sarà sicuramente di altra entità.

 

Le maturità abilitanti e non abilitanti

Penso soprattutto  ai ragazzi che hanno conseguito la maturità nei licei classico e scientifico, saranno loro che riceveranno il maggior danno, se non supereranno la prova, perché essendo le due maturità non abilitanti se non conseguiranno una laurea universitaria non sapranno poi cosa fare. Diventeranno semplici impiegati, ammesso che trovino lavoro. Una volta, per la loro preparazione avevano la precedenza di iscrizione ai corsi universitari. Gli altri, geometri, periti chimici, industriali, agrari… la cui maturità è abilitante possono alla fin fine svolgere il lavoro per cui avevano ottenuto il titolo.

 

La “barriera” del 28

Personalmente sono contrario a questo tipo di esame di ammissione alle facoltà universitarie. Mi sembra più giusto che ogni studente possa scegliere la facoltà per cui aveva già iniziato il percorso senza che ci siano coercizioni di sorta. Ho una mia idea, forse sbagliata o non condivisa ma molto vicina alla realtà: lasciare liberi i  ragazzi di scegliere la facoltà e la selezione avverrà dopo. Come? Intanto l’università fissi delle regole precise e anche severe, soprattutto precise. Non sarà ammesso al corso lo studente che non conseguirà per ogni esame una votazione non inferiore al 28, o che per più volte non supererà il voto di 28 nella stessa materia e anche in altre materie. A esempio: presso la prestigiosa Normale di Pisa con una votazione inferiore al 28 si è esclusi dal corso.

 

Professori “esaminati”

Dall’altra parte  anche  i professori universitari dovrebbero essere persone oneste e non sempre lo sono, questo bisogna ammetterlo, ci sono stati diversi casi conosciuti di comportamento non corretto. A questo proposito sarebbe opportuno che in ogni Università si costituisca una Commissione di persone di estrazione diversa che giudichi il comportamento dei professori durante l’esame. Per esempio nel campo di calcio c’è un supervisore che giudica l’arbitro, se sbaglia o è scorretto difficilmente arbitrerà in futuro. Se pure i professori sbagliassero sarebbe giusto redarguirli. Gli studenti debbono segnalare alla commissione il comportamento scorretto del professore e la Commissione giudicherà il caso. Un esame non normale potrebbe inficiare il futuro dello studente.

 

Laurea breve

Se nel biennio o nel triennio lo studente non dovesse mantenere la media di 28 punti non gli si permetterà di proseguire quel corso di laurea. Vuol dire che potrà ottenere la laurea breve per fare l’infermiere professionale o specializzarsi in terapie riabilitative o altro di questo genere. Ciò per quanto riguarda la facoltà di medicina. Per le altre ci saranno vie diverse confacenti al corso frequentato. Perché giudicare un giovane, che magari ha una preparazione eccellente, attraverso un giudizio di ammissione, spesso astruso, con quiz o con domande poco chiare? Ammetterlo ai corsi potrebbe dargli la possibilità di divenire un ottimo professionista e non un pressappochista come ce ne sono già tanti, i danni causati dai quali  vengono conosciuti quasi tutti i giorni.

Ninì de Quinto

6 novembre 2017

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