Sono stati presentati nel corso di una visita guidata che si è tenuta martedì 31 ottobre gli scavi effettuati nel 2017 a Claterna, la zona archeologica in comune di Ozzano dell’Emilia (BO).
Progetto triennale di scavi
La campagna di scavo ha inaugurato un nuovo progetto triennale di ricerca focalizzato su due precisi settori dell’antica città di Claterna: la già nota ‘casa del fabbro’ e l’area centrale destinata in antico agli edifici pubblici. Sono state portati alla luce ambienti della domus, parti di un teatro e le fondazioni perimetrali di un grande edificio pubblico, oltre a monete, ceramiche, mosaici, oggetti in bronzo, dando una svolta fondamentale alla ricerca archeologica e al progetto di valorizzazione dell’antico municipio romano. Nel sito si fecero dei sondaggi già nel 1800, ma solo in tempi più recenti altri scavi e soprattutto foto satellitari e riprese aeree avevano evidenziato l’esistenza di edifici sepolti. La possibilità di scavare in profondità ha consentito di ricostruire con precisione le varie fasi di vita, l’occupazione del sito nelle varie epoche a ritroso, dal medioevo fino alla prima età imperiale romana.
Gli sponsor, il volontariato, l’alternanza scuola-lavoro
La realizzazione del progetto è possibile grazie al fondamentale finanziamento di CRIF Spa, con il contributo di Gruppo IMA, che da sempre sostiene e incoraggia la valorizzazione di Claterna, e di numerosi altri sponsor privati. Questo contributo ha consentito ai membri dell’Associazione Culturale “Centro Studi Claterna – Giorgio Bardella e Aureliano Dondi”, formata da volontari e archeologi professionisti, di poter effettuare gli scavi, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le provincie di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, e in sinergia con i Comuni di Ozzano dell’Emilia e di Castel San Pietro Terme. Grazie all’apporto organizzativo dei Rotary Club di Bologna, all’attività di ricerca hanno collaborato gli studenti delle scuole secondarie superiori che hanno aderito al progetto di ‘alternanza scuola lavoro’. Inoltre l’Università Ca’ Foscari di Venezia e la Scuola di Specializzazione in Archeologia delle Università di Trieste, Udine e Venezia (SISBA) hanno partecipato alla campagna di scavo sia per la ricerca archeologica stratigrafica che per la formazione sul campo dei futuri archeologi.
Ai nostri imprenditori piace di più il Colosseo…
Un esempio eccellente di collaborazione tra privati finanziatori, volontari, professionisti e istituzioni, dai quali dovrebbero prendere spunto molte altre località, che noi maceratesi non dobbiamo neanche cercare: esempi come Urbisaglia, Villa Magna, Trea, San Claudio, Pollenza, Septempeda … solo per citarne alcuni, dal momento che la zona del Piceno è tutta un potenziale parco archeologico su cui investire, non per niente “Ascoli era Ascoli quando Roma eran pascoli”, ma siamo ancora nell’ottica che il Colosseo fa più figo…
Simonetta Borgiani
2 novembre 2017