Storie maceratesi d’altri tempi: lu Toscanu e lu frate

Immaginate la scena: Piaggia della Torre in un giorno, mercoledì, di mercato affollata di persone in un via vai continuo. Arriva anche un fraticello dei Cappuccini Nuovi che era in questua per rimediare qualche cosa per la festa. Passa davanti alla bancarella de “lu Toscanu” e, come stava facendo con tutti, chiede: “Vòn òmu… judàtece, dacìatece ‘che ccosa pe’ la pesca…” (Buon uomo… aiutateci, dateci qualche cosa per la pesca…).

Rispose “lu Toscanu”: “A li frati no’ je se deve negà’ mai gnènde! Venate su miccurdì prossimu che ve faccio ttroà’ ‘na cosa vèlla!” (Ai frati non si deve negare mai nulla! Venire su mercoledì prossimo che vi farò trovare una cosa bella!).

Il frate: “Grazie, grazie… che Dio ve benedica…”.

Il mercoledì successivo il fraticello si ripresentò a “lu Toscanu” dicendo: “Ve recordéte de me? M’avìate prumisto ‘na cosa vèlla…”. (Vi ricordate di me? Mi avevate promesso una cosa bella…).

“E come no!” rispose “lu Toscanu” tirando fuori un barattolo pieno di vermi, poi di fronte alla faccia stupefatta del frate, disse: “Ma non m’avìate chiesto ‘che ccosa pe’ la pesca!?” (Ma non mi avevate chiesto qualche cosa per la pesca!?).

21 ottobre 2017

  

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