Curiosando su ebay, ha attirato la nostra attenzione la presenza di varie copie della Guida di Macerata di Raffaele Foglietti del 1905, copertina in tela rossa, pagine 159 + 32 di pubblicità, 28 illustrazioni; prezzo medio euro 50,00 e, caratteristica costante, la mancanza della piantina probabilmente asportata per incorniciarla. Visto un prezzo abbordabile (10 euro) ne acquistiamo una copia, con copertina però verde in similpelle e senza le pagine pubblicitarie, forse una edizione particolare! Ma la cosa interessante è che la guida descrive luoghi e situazioni che oggi si stanno perdendo, e di cui vale la pena recuperarne la memoria, con il valore che le conoscenze attuali danno alle cose del passato. A pagina 81 leggiamo qualcosa che ci emoziona e supporta quanto stiamo cercando di dimostrare.
Dedica diverse righe all’Imperatore Marco Massimo Clodio Pupieno, che secondo l’autore “dovette essere nativo di qui” in quanto il suo cenotafio, ora conservato nell’atrio del palazzo comunale, fu ritrovato in un fondo in contrada Popiano (tra San Giacomo e Madonna del Monte, sempre a Macerata) di proprietà del Monastero di Santa Chiara (divenuto poi carceri e attualmente in uso alla Università), dove il manufatto fu per molto tempo conservato. Un’altra scultura, a Pupieno dedicata, era una statua erroneamente attribuita a Marco Aurelio e conservata nel palazzo Carradori, proveniente dagli scavi di Recina e oggi anch’essa nell’atrio del palazzo comunale. Pupienus, che veniva da Popiano, era figlio di un “fabbro ferraio” descritto nei testi come umile fabbro: forse una più attenta traduzione lo vedrebbe produttore di armi e tutt’altro che povero, tanto da permettere al figlio di “abbracciare il partito dell’armi” (rif. Nuovo Dizionario Istorico tomo XXII,1794, pp.94-95) e fare una brillante carriera militare fino a generale, poi senatore, pretore, console, prefetto e infine Imperatore.
Ecco l’ennesima prova del potere delle famiglie maceratesi/picene a Roma fin dai primi tempi, e dell’esistenza di un nome antico, “Pupuni”, identificativo di questo popolo o una parte di esso. L’assonanza è indiscutibile tra il nome “Pupinio” e la “gens Pupinia” (di cui abbiamo già parlato ne La Rucola numero 228), ma pure con “Pupinus rei” antroponimo (*) di Pippinus di Herstal!Tanto per capire… Pipino di Herstal generò Carlo Martello, che generò Pipino il Breve che, a sua volta, generò Carlo Magno… il che ci riporta all’origine Salica (Picena) dei Franchi, se non addirittura Pupuna, quindi potrebbe essere una origine “maceratese”, di contrada Popiano, dalle parti di Madonna del Monte.
(*)La versione occitana dello Pseudo Turpino – De Gruyter – Marco Piccat Editore 2001
Simonetta Borgiani
11 ottobre 2017