Offro ai lettori de La rucola, con lo scopo di fugare dubbi, interpretazioni inesatte, false e fuorvianti, una breve cronistoria sugli scavi del sito archeologico di Villamagna di Urbisaglia, tornato recentemente alla ribalta. È bene, questo, per stabilire le vere vicende degli scavi di Villamagna, un luogo attivo sin da tempi remoti, caduto poi nell’oblio per secoli.
La favola dei tesori nascosti
Il sito veniva ricordato più che altro per racconti fiabeschi e avventurosi, nei quali si parlava di tesori nascosti, tanto ricercati e mai scoperti, in quanto difesi da schiere di folletti diabolici. Tornato a essere esplorato per scopi più concreti e non inficiati da improbabili ricchezze ma unicamente per interesse archeologico e scientifico.
Le prime notizie di scavi
Il 2 maggio del 1998 Villamagna viene citata nell’annuncio per l’inizio della seconda campagna di scavi archeologici nella città romana di Urbs Salvia, finalizzati a completare lo svuotamento completo delle gallerie del criptoportico, che circonda su tre lati il tempio della dea Salus. In questa occasione si dava notizia di operazioni di scavo esplorativo sul sito di Villamagna a opera della Sovrintendenza archeologica.
L’intuizione di Roberto Massi
Un intervento determinato dalla volontà dell’Onorevole Roberto Massi Gentiloni Silverj, allora tesoriere della Fondazione Giu stiniani Bandini e vice presidente della Fondazione Cari ma. Roberto Massi era fermamente convinto che quanto si evidenziava a Villamagna, a opera delle arature agrico le, fossero i resti d’importanti edifici abitati da coloro che, nel tempo, avevano governato il territorio.
Reperti piceni, romani e medievali
I reperti che venivano recuperati lasciavano ipotizzare costruzioni del periodo piceno, quindi romano e infine medievale. Gli scavi realizzati dalla Sovrintendenza, pur eseguiti con mezzi economici limitati, avevano dato risultati tanto soddisfacenti da convincere Roberto Massi della opportunità di predisporre un progetto di scavo più ampio e articolato.
Il progetto operativo con tecniche moderne
Conoscendo la mia esperienza maturata nella formulazione del progetto del criptoportico di Urbs Salvia, avendo io collaborato strettamente con l’ingegnere Aldo Birrozzi, autore del programma, l’Onorevole Massi m’incaricò di approntare un progetto operativo per Villamagna, inserendovi tecniche di scavo moderne, con l’utilizzo dell’infrarosso, del georadar, dell’aerofotogrammetria e del satellitare. Del progetto realizzato ne assumevano la direzione tecnico-scientifica il compianto Sovrintendente dott. Giuliano De Marinis e il professor Gianfranco Paci, mentre il coordinamento e l’assistenza erano di Lionello Fabi della Sovrintendenza, e del sottoscritto. L’elaborato, presentato alla Fondazione Carima per ottenere un contributo, fu fatto proprio dall’Istituto che lo ha finanziato con 300mila euro.
Le sorprese dai primi scavi
Gli scavi portarono al ritrovamento delle tracce di un vasto agglomerato abitativo, sviluppato su di un’area di 14/15mila mq in cui si evidenziavano un edificio termale privato, strutture per la lavorazione delle olive e dell’uva, stalle per l’allevamento di ovini e suini. La scoperta più rilevante fu di un edificio di medie dimensioni, con la pavimentazione in mosaico ancora integra. L’utilizzo della moderna tecnologia consentì d’individuare la posizione di alcuni edifici i quali, per forma e dimensioni, potevano essere attribuiti a terme romane, mai prima trovate ma conosciute dall’antichità per la presenza di sorgenti di acque termali utilizzate fino a qualche decina di anni fa. Il dottor Fabio Pallotta, capo del gruppo dei geologi, nella lettura fotogrammetrica del luogo leggeva le tracce di un piccolo stadio o di un teatro.
La villa di un imperatore
Nella occasione di una delle sue periodiche visite all’Università di Macerata un professore dell’Università di Barcellona, così si espresse: “Caro Umberto, Villamagna per la sua estensione, per la sua ricchezza per la sua complessità e per quanto è stato riportato alla luce non può essere la villa di un latifondista ma la villa di un imperatore o di un suo stretto familiare”. Tutto quanto si è sviluppato a Villamagna, per merito e per impegno e per sacrificio di persone che, senza interessi economici ma solo per la passione della nostra cultura e della nostra storia, ora è usurpato, con faccia tosta, da personaggi che si appropriano del lavoro svolto da altri, che ha consentito loro, senza sforzo alcuno, di effettuare scoperte annunciate come proprie.
Roberto Massi il vero artefice
È mancata la delicatezza e l’educazione verso la memoria di Roberto Massi Gentiloni Silverj, vero artefice delle scoperte avvenute e che avverranno in seguito a Villamagna. La prematura scomparsa dell’Onorevole Roberto Massi e la brutta vicenda di Banca Marche non hanno consentito di portare a termine quel progetto, consentendo così a personaggi, che mai avevano messo piede in passato a Villamagna, di fare proprio il successo.
Umberto Migliorelli
5 ottobre 2017