Ci risiamo il 2016 è oramai nei ricordi, i giorni sono passati veloci, le cicatrici nel corpo e nella mente ci fanno ricordare gli ostacoli, volta per volta superati nel tempo appena trascorso, ma ora davanti c’è il primo importante appuntamento della stagione agonistica sia per Michele Antonelli, sia per tutti noi che lo seguiamo: la Coppa Europa di Marcia! La sede è Podebrady, una piccola cittadina a 50 km da Praga. Qui, nel 2015, Michele debuttò con la canotta azzurra nella 20 km dell’incontro internazionale annuale fra 11 nazioni, ma ora si fa sul serio, Michele rappresenta l’Italia nella 50km nel settore Assoluto! Ora ci si confronta con campioni olimpici e mondiali!
Il viaggio
Durante il viaggio, nonostante la lettura dell’immancabile giallo, si rincorrono i ricordi di Catania (3h 56’57”) con quell’incredibile doppio scudetto tricolore ottenuto con una fantastica rimonta (Assoluto e Promesse) e di Andernach con il bronzo ai Campionati Tedeschi open (trasferta memorabile e crono addirittura di 3 ore 53’08”) e le speranze sono lì nel trolley: una bandiera tricolore, per ora vista tante volte gioire al vento solo nelle immagini della TV! Saprà Michele cogliere l’attimo e volare sul suo sogno alla prima occasione importante della carriera? Poche ore e avremo la risposta! Non so chi abbia pensato di abolire la 50 km dall’Olimpiade, certamente non è più uno sportivo qualora lo sia mai stato. In essa si condensano le emozioni di una vita, in quelle 3 ore e 40’ c’è di tutto: attesa, trepidazione, paura, ansia, batticuore, gioia, adrenalina e lacrime! Tutto questo mi passa nella mente in poco più di un’ora, giusto il tempo che l’aereo ci depositi a Praga.
I partecipanti all’avventura
Abbiamo deciso da tanto tempo di essere della partita: io, Flavio e Serenella. Addirittura le prenotazioni di Flavio, un vero e proprio tour operator, sono state fatte quando non c’era la convocazione ufficiale ma noi credevamo e sapevamo che Michele ci sarebbe stato e qui avrebbe fatto capire di che pasta è fatto! Ora non c’è tempo di riflettere, autobus, metro e poi treno e alle 19:00 siamo a Podebrady. Ci attende Diego (Cacchiarelli, il suo allenatore) che gentilmente prima ci accompagna in albergo poi fa cena insieme con noi. Si parla di tutto meno che della gara poi, dopo l’ultimo brindisi, ci avviamo verso l’hotel degli azzurri. La città è piccola ed è tutto raccolto in un fazzoletto. Arrivati all’albergo subito si notano le facce tirate dei ragazzi, non è il solito Campionato Italiano ma per distrarli basta semplicemente che mi giri, come dimenticare l’espressione di stupore sui loro visi quando vedono scritto sulla mia testa: 50 km! Gianfranco, il mio barbiere, ha fatto proprio un ottimo lavoro! Faccio notare che da una vita predico che un grande atleta deve avere gambe, cuore e… testa!
Tutti nervosi
Spero che questo diversivo serva a sciogliere un po’ la tensione e li faccia dormire, intanto noi usciamo e proviamo un giro del percorso. Non so chi riposerà tranquillo questa notte fra atleti, tecnici e tifosi. Cerco di rilassarmi con una doccia ma anche per me i risvegli saranno più d’uno. Tanto che alle 6 e un quarto mi alzo definitivamente, rifaccio la doccia e scendo per la colazione. Quando esco dall’albergo ho già messo quella maglia con su scritto ITALIA che Mike mi ha donato dopo il titolo Italiano, oramai è un talismano inseparabile, tempo tre minuti e sono fra gli atleti. Gli azzurri entrano nella call-room, decidono i dettagli finali per l’abbigliamento, una volta usciti ecco gli ultimi consigli con i tecnici; Diego predica ancora una volta prudenza, ci si scambia l’ultimo “cinque” e poi si va sulla linea di partenza.
“On your marks”
Il giudice chiama le nazionali in ordine alfabetico poi da l’ordine: “On your marks”, arriva il colpo di pistola e si va a caccia della Gloria! L’inizio è prudente per tutti, questo è il primo snodo della stagione e nessuno vuole scoprire le carte, inoltre gli Italiani si giocano un posto per i mondiali in agosto a Londra e allora si ritorna alla cara, vecchia marcatura a uomo! Michele mi chiede subito di avere a portata il suo tecnico, il tempo di avvisare Diego che già partono le prime ammonizioni! Una variabile, questa, che condiziona e non di poco la gara! Così quando ancora non si sono accese le polveri e il solo Teodorico ha giocato la carta della temerarietà arriva inaspettata la seconda paletta rossa! Come in Germania la tensione della gara, la temperatura fresca e il poco riscaldamento, essendo poi lunga la prova, purtroppo, portano ad avere questi contrattempi che dovranno essere sempre meglio limati, intanto da quel momento ogni giro è una boccata di adrenalina! Non vi dico che significhi vedere sul tabellone due ammonizioni e nello stesso tempo un ragazzo che va come un treno!
Michele in crescendo
Sudo come e più dei concorrenti e man mano che passano i chilometri ecco Michele agguantare l’8^ piazza, poi la 7^, quindi la 6^ e la 5^ superando l’amico Federico e il tedesco Hoffmann. Ora è la volta di Teo e siamo già quarti, e primi fra gli azzurri! Michele macina strada che è una meraviglia e tempo due giri, come è suo modo di dire, si mangia anche l’irlandese Boyce, è sul podio virtuale e la sudorazione si fa ancora più intensa e allora escono frasi come: “Ora usa la testa non forzare” oppure “Londra è vicina”! Fotogrammi che manco i fratelli Lumière avrebbero potuto comporre per un finale così esaltante!
La bandiera tricolore
Suona la campana dell’ultimo giro e allora che gioia sia, finalmente posso estrarre dalla felpa quella bandiera così gelosamente custodita e, cercando di non piangere, dico a Flavio: “Vai alla curva finale e dai a Michele questo tricolore!”. Sarà la regia internazionale a fermare questo momento e come dimenticare quegli ultimi metri di gara, quell’urlo di gioia che esplode Michele e tutti noi sul traguardo! Ragazzi è nella storia e noi con Lui! 3 ore 49’07” un crono fantastico, 13^ prestazione italiana di sempre, solo altri due della stessa età hanno fatto meglio: il campione olimpico Alex Schwazer e il campione mondiale Ivano Brugnetti! Che compleanno si è regalato Mike: martedì festeggerà i suoi 23 anni addirittura con due medaglie al collo, quella di bronzo individuale e quella d’argento con la squadra! Questo ragazzo non finisce di stupire ma, d’altronde, ricordo la volta che andai a trovarlo, nel 2012, all’ospedale di Macerata, sedevamo sulla panchina, nella parte “vecchia” in cima alle scale e mi disse: “Prometto che un giorno sarò alle Olimpiadi e avrò una medaglia!” I sogni son desideri soprattutto se li si insegue con caparbietà! Finché sudore e fatica saranno compagni di viaggio e non un sacrificio, i sogni possono continuare a tenerci compagnia!
16 agosto 2017