Pochi anni fa acquistai un saggio sulla storia contemporanea di una nazione del Medio Oriente, edito nel 2005. Lessi il volume e lo apprezzai. L’autore aveva preso in esame gli ultimi due secoli di storia. Non mi convinse che durante quel lungo arco di tempo non veniva segnalato alcun periodo di benessere socio-economico e di sana crescita. Era evidente che l’autore non solo non apprezzava quella nazione, ma l’aveva osservata e descritta da un punto di vista sfacciatamente eurocentrico, quasi imperialista. L’ha paragonata al presunto benessere dei Paesi europei, dimenticando le due guerre mondiali, autentiche mattanze fratricide, le rivoluzioni, l’olocausto e i pogrom contro gli ebrei, le stragi e le varie guerre che tra Ottocento e Novecento hanno insanguinato il vecchio continente. Ecco perché dal suo curriculum non risultava alcun convegno o conferenza tenuto in quella nazione: essendo ritenuto il saggio troppo di parte non era mai stato invitato. Altro fatto che m’incuriosì fu che nessuna didascalia interna o esterna indicava cosa fosse l’oggetto o reperto riprodotto in prima di copertina. Dopo aver fatto i (parziali) complimenti per il saggio, chiesi all’autore, un docente universitario e “orientalista”, cosa fosse l’oggetto fotografato e inserito in copertina. Mi rispose che non lo sapeva, la copertina era opera dell’editore. Deciso ad andare in fondo a questo giallo bibliografico prima telefonai all’editore di Roma e poi gli scrissi. Neanche loro sapevano di cosa si trattasse. La verità fu cosa da non credere. L’immagine era stata scelta e inserita da un addetto, forse un grafico impaginatore. Non mi poterono mettere in contatto con quella persona né fornirmi il nome e il telefono perché non era più loro dipendente. Quindi non sono riuscito a scoprire di cosa trattasse l’oggetto misterioso, forse era un reperto archeologico. Ma di quale epoca? Probabilmente era di un paio di millenni antecedenti al periodo storico trattato nel saggio! Mi domando: “Se alla presentazione ufficiale del volume un astante, un pinco pallino qualunque, si fosse alzato in piedi e con microfono avesse chiesto all’autore, illustre professore, cosa raffigurasse la copertina principale, che razza di figuraccia avrebbe fatto, verso il pubblico, quello specialista della materia?”. Sembra incredibile, ma è accaduto veramente!
Eno Santecchia
Mistero svelato
Innanzitutto va detto che quell’immagine con la storia dell’Egitto degli ultimi due secoli poco c’entra. Infatti è parte di un set di scrittura rinvenuto nella tomba di Tut Ankh Amon: è un “lisciatoio” in avorio nel quale è raffigurato un sigillo (cartiglio) con i nomi del faraone. Un oggetto risalente a 1300 anni a.C.
La redazione de La rucola
15 agosto 2017