Troppe coincidenze potrebbero essere una prova: terremoti e diluvi

Il buon Montanelli affermava che una coincidenza è una coincidenza, due coincidenze sono due coincidenze, tre coincidenze sono una prova. Forse ne servirebbero un po’ di più. Però… I più gravi terremoti del 2016, nel Centro Italia, hanno registrato gli epicentri a Pescara del Tronto e a Castelsantangelo Angelo sul Nera. Nel loro territorio insistono captazioni imponenti da cui originano gli acquedotti omonimi, coincidenza! Non è semplice ricavare dati certi sulle effettive quantità di acque prelevate desumibili dai relativi siti. Per l’acquedotto del Nera si può leggere: “È possibile captare sino a 1.400 litri al secondo di acqua oligominerale (durezza 14° francesi) del tutto priva di qualsiasi inquinante a una temperatura di 5°C.”. Questo dovrebbe essere il prelievo effettivo considerato che nell’opera non sono previste saracinesche automatiche. Passiamo all’acquedotto del Pescara: “L’acqua arriva dalle sorgenti ‘Pescara’ (890 metri s.l.m.) e ‘Capodacqua’ (850 metri s.l.m.), site nel comune di Arquata del Tronto, bacino del fiume Tronto, dentro il Parco Nazionale dei Monti Sibillini. In base al Piano Regolatore Generale degli acquedotti la portata prelevabile è di 630 litri al secondo. Non viene però definito se i 630 litri sono complessivi o riferibili alle singole captazioni e non viene comunicato nemmeno chi e se abbia accertato la quantità prelevata. Ora esaminiamo l’Acquedotto dei Monti Sibillini: “L’acqua perviene dalla sorgente Foce (910 metri s.l.m.) nel territorio del comune di Montemonaco, bacino idrografico del fiume Aso. L’area ricade totalmente nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, paesaggio tipico di alta montagna. La portata prelevabile è di 630 litri al secondo. Si tralasciano le captazioni minori:

1) Tennacola di poco superiori ai 100 l/sec.;

2) varie sorgenti di Norcia e altri piccoli acquedotti della parte orientale e occidentale  dei  Sibillini centrali;

3) le quantità prelevate dalle numerose ditte di imbottigliamento che singolarmente commercializzano decine di milioni di bottiglie/anno.

Considerando dati certi solo quelli riferiti agli acquedotti del Nera, del Pescara (considerando i 630 solamente come complessivi?) e dei Sibillini, la matematica vorrebbe: 1.400 litri/ sec + 630 l/s + 630 l/s X 60 sec X 60 primi X 24 ore, equivalenti a: 2660 l/sec, 9.575.000 l/ora che sarebbero 229.824.000 l/giorno. Sembra una quantità imponente! anche perché l’Appennino centrale è un po’ più piccolo della catena dell’Himalaya. E pensare che buona parte (di quella non dispersa) è utilizzata per pulire auto, pavimenti, piazzali e per alimentare piscine e sciacquoni: operazioni per le quali l’acqua oligominerale è indispensabile..! O no? Dalla stampa locale, e non solo, si apprende che il flusso del Nera sarebbe, misteriosamente, triplicato e che alcune sorgenti si sarebbero prosciugate. Non si conosce se e quante problematiche (torbidità o più gravi) si siano verificate a ridosso delle scosse principali. Del fenomeno sarebbero stati messi a conoscenza alte autorità statali e vari enti scientifici. Siamo convinti che siano solo coincidenze. Aspettiamo risposte documentate e rassicuranti. Eppure… gli organi di stampa ci bombardano predicando la prevenzione con i vaccini dell’industria ed esecrando la violenza contro le donne. Cose giustissime. Però non hanno più voce per la prevenzione da rischi tellurici e tralasciano la violenza contro i territori montani, dove le macerie restano là dove sono cadute, la ricostruzione non può ripartire e le casette non arrivano manco per i montanari sfrattati dai campeggi sulla costa. L’Italia è instabile anche geologicamente e forse sarebbe opportuno evitare concause, azioni predisponenti e fattori acceleranti (come qualcuno paventa). Ho ripensato al terremoto quando, per tutt’altri motivi, consultavo un testo antico: “La Creazione del Mondo descritta da Filone Ebreo (20 a. C. – 40 d. C.) e tradotta con aggiunta da Agostino Ferentilli, stampato a Venezia nel 1572”. Nel capitolo sul regno degli Assiri, a pag. 73, si legge: “SPARETO XV RE… in tempo di costui vogliono che succedesse un terremoto grandissimo, che diede incredibile spavento a quei di Babilonia… e in Tessaglia fu un diluvio non pur di piogge, ma anchor d’acque di fiumi raccolte, et serrate dentro i monti, con un terremoto, che aprendo la terra, et le bocche dei monti;…”. Tranquilli… quelli erano altri tempi, erano regni e non repubbliche, non avevano i grandi cervelli che ora abbondano, erano trogloditi e incivili e non avevano nemmeno correttori di bozze. Se ci fossero analogie è solo… “un puro, purissimo accidente”!

In foto alcune immagini della galleria principale dell’acquedotto di Castelsantangelo sul Nera.

30 luglio 2017   

 

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