Durante un mercatino domenicale, per curiosità ho acquistato usato il libro “Diario di una ninfomane” di Valérie Tasso (2003) in una bancarella. Il venditore mi aveva anticipato che era stato un ottimo successo editoriale. Se l’Indice dei Libri Proibiti non fosse stato abolito nel 1966, con il suo titolo (peraltro fuorviante) avrebbe attirato subito le attenzioni dell’Inquisizione, pur non trattando temi religiosi. A me è apparso un volume commovente in vari punti, ricco di umanità, scorrevole, toccante e scritto bene. Ho apprezzato diversi aspetti, tra cui molte delle sofferte esperienze narrate, siano state esse autobiografiche o di altrui. Pochi sono i passaggi confusi, come l’episodio del cimitero; quasi tutti sorprendono e attirano il lettore curioso. Fa sorridere la sua ricerca, appena sopra le righe, della felicità attraverso l’amore di un uomo. Senza una reale necessità la protagonista ha rimarcato più di una volta di non aver trovato difficoltà ad avere gli uomini che desiderava. Non è solo merito della sua cultura e dei suoi modi nell’approccio verso l’altro sesso. È merito della natura che l’ha dotata di uno splendido avvenente fisico e tratti eleganti e affascinanti, che colpiscono e attraggono gli uomini, almeno una parte. Voglio immaginare che ogni uomo parteggi per lei quando un farabutto la riduce sul lastrico raggirandola e truffandola spudoratamente. Nella terza parte del libro, anche per risalire la china della rovina economica, la protagonista, una bella ragazza francese, trova lavoro presso un’agenzia di escort di alto livello di Barcellona. Dove si innamora di un italiano. È piacevole anche la descrizione degli ambienti e delle persone. In alcuni punti, quando è innamorata, la prosa di Valérie spicca il volo verso la poesia. Poche volte l’autrice scade riportando dettagli sgradevoli; manifesta la sua aperta contrarietà solo quando ha a che fare con tossicomani o persone dalle preferenze sadomaso. Tuttavia non offende i lettori maschili con considerazioni di genere negative. Da un punto di vista sociale mi ha stupito il rigido e assillante controllo dei tempi imposti alle ragazze da parte dell’agenzia di escort, anche in “trasferta” in città. Alla fine l’autrice dimostra un pizzico di cinismo quando dice solo che non sta più con il suo innamorato, tradendo in parte le aspettative sia dei lettori che delle lettrici più romantici. Non ritengo le sue ricerche dell’amore perfetto una vita burrascosa come sono state definite dal periodico “Tiempo”, ma solo esperienze vissute intensamente alla ricerca di amore, felicità e affetto, sentimenti a cui ogni essere umano aspira. Non potendo raggiungerli per intero, ognuno si deve accontentare di una sfaccettatura, di uno scampolo. Il volume fa parte di un filone che ormai conta numerosi titoli e tante emulazioni da parte di donne e di uomini che si vantano delle loro avventure amorose ed erotiche, ma ritengo che pochi abbiano raggiunto l’ottimo livello narrativo e coinvolgente del volume di Valérie Tasso. A mio avviso “L’amante di Lady Chatterley” (1928) ha un finale spiacevole. Insieme con “Fanny Hill” (1748) e, forse, “Il Delta di Venere” (1977) credo che “Diario di una ninfomane”sia uno dei volumi erotici più piacevoli da leggere, per chi ama il lieto fine e chi cerca della sana seduzione e non apprezza estreme trasgressioni.
24 luglio 2017