Si è ripreso a scavare a Villamagna, tesoro archeologico

Si sono conclusi gli scavi nel sito archeologico di Villamagna, nel territorio di Urbisaglia condotti da una équipe del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Macerata, diretta da Roberto Perna e composta dai tecnici e collaboratori dell’Ateneo, Gilberto Montali, Marzia Giuliodori e David Sforzini, studenti ed ex studenti. Le ricerche, riavviate quest’anno grazie a una concessione del Ministero dei beni culturali coordinata dal Soprintendente all’archeologia belle arti e paesaggio Carlo Birrozzi e dall’archeologo Giorgio Postrioti, con la collaborazione della Fondazione Giustiniani Bandini, proprietaria dell’area, hanno consentito di riprendere le indagini interrotte da più cinque anni e già avviate all’inizio degli anni 2000 anche in collaborazione con la Fondazione Carima.

 

Mosaici e pareti dipinte

La villa è un esempio unico a livello nazionale di villa rustica al centro di un grande latifondo, la cui vita, dopo numerose modifiche architettoniche, arriva fino al VI sec. d.C., documentando un modello di gestione del territorio che subentra alla crisi delle città romane e che è estremamente difficile individuare archeologicamente.

“Quest’anno gli scavi – ha dichiarato Perna – hanno consentito di indagare una parte importante della pars urbana, cioè di quegli edifici occupati dai proprietari della villa”. Si tratta con ogni probabilità, almeno nelle prima fase, della famiglia degli Herenni, famosi produttori di vino, un’attività documentata anche da giare e altre strutture conservate proprio nelle aree produttive della villa. “Sono venuti alla luce – prosegue Perna – mosaici e pareti riccamente dipinte, che decoravano gli ambienti di un triclinio monumentale che, tramite un portico, si affacciava su un giardino”. L’edificio fu poi forse acquistato da Flavio Silva Nonio Basso, braccio destro dell’imperatore Tito, il quale iniziò una trasformazione che ha condotto l’impianto ad assumere l’aspetto di una villa a padiglioni, con terme e aule di rappresentanza

 

Messa in sicurezza di mosaici e intonaci

“La ripresa degli scavi di Villamagna – ha dichiarato Giorgio Postrioti – oltre a farci acquisire dati storici di rilievo, consente di avviare un processo di conservazione e restauro delle strutture affioranti, fondamentale per la tutela e la valorizzazione del sito”.

“Si tratta solo di un esempio – ha dichiarato il rettore Francesco Adornato – di quello che l’attività di ricerca dell’Università di Macerata può portare alla crescita del territorio. La nostra équipe è in grado anche di avviare i primi interventi di messa in sicurezza di mosaici ed intonaci e di pensare progetti di valorizzazione nell’ambito dei quali, intorno ad un coerente progetto culturale con una forte regia storico-archeologica, si possono utilizzare e coordinare tecniche e competenze innovative che le nuove tecnologie ci mettono a disposizione”.

 

Villamagna al centro di un percorso archeologico

La qualità e le potenzialità di valorizzazione del sito dipendono anche dal suo inserimento nella Riserva Naturale Abbadia di Fiastra. “La valorizzazione del patrimonio culturale delle Riserva è uno dei pilastri delle nostre politiche di gestione e sviluppo – ha affermato Giuseppe Sposetti, Presidente della Fondazione Giustiniani Bandini – il patrimonio archeologico è al centro della nostra attenzione e speriamo che il sito di Villamagna possa essere presto al centro di un percorso archeologico attrezzato e coerente a partire dalla presenza, in area contigua a quella della Riserva, del parco archeologico di Urb Salvia”.

 

Continuano i lavori a Urbs Salvia

L’avvio dello scavo archeologico nel sito di Villamagna non ha interrotto le attività di ricerca e valorizzazione a Urbs Salvia. Il Comune di Urbisaglia e l’Università di Macerata, in coordinamento con la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio di Ancona, hanno completato a giugno lo scavo del tempio repubblicano della città, edificio unico nel suo genere per cronologia e tipologia architettonica, ed ora stanno procedendo al suo restauro e alla musealizzazione.

“Si tratta di un intervento previsto dal Piano del Parco archeologico elaborato alcuni anni fa – ha ricordato il sindaco Paolo Giubileo – e oggi, grazie ad un cospicuo finanziamento, riusciremo ad ampliare il percorso di visita alla città, già ricco di monumenti unici per i quali è stato recentemente predisposto un nuovo sistema di pannelli didattici in grado di rimandare, tramite QR Code, a un ricco materiale informativo tra cui le ricostruzioni 3d dei monumenti, utili per capire i ruderi altrimenti leggibili solo dagli occhi degli esperti”.

12 luglio 2017

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