Famiglie a colori: vera integrazione a Macerata

Una festa di colori e sapori per celebrare l’incontro dei popoli. È questa l’immagine che più di ogni altra racconta l’Aperitivo a Colori che si è svolto ieri pomeriggio nel parco del Centro per Famiglie a Macerata, variopinto epilogo del progetto Famiglie a colori. Presenti il sindaco Romano Carancini, l’assessore ai Servizi sociali Marika Marcolini, l’equipe dell’Area minori del servizio sociale del Comune di Macerata e naturalmente le famiglie protagoniste di questa innovativa idea del Comune.

Famiglie a colori, fortemente voluto dall’assessorato ai Servizi Sociali in seguito al forte flusso di minori stranieri non accompagnati, alla conseguente saturazione delle comunità educative e alla necessità di una risposta più ottimale possibile ai bisogni di assistenza ma soprattutto emotivi dei minori, ha visto 17 famiglie di Macerata e dintorni prendere in affidamento altrettanti minori provenienti da Senegal, Nigeria, Italia, Marocco, Costa D’Avorio, Zambia e Albania.

Il progetto partito l’anno scorso con un affido sperimentale è cresciuto fino a strutturarsi ai livelli attuali e verrà portato avanti e potenziato attraverso attività di integrazione che accompagnano i ragazzi verso il raggiungimento della maggiore età, anche grazie alla collaborazione dell’Associazione Piombini Sensini che affianca i minori nei percorsi di sgancio.

Famiglie a colori, curato dalla referente dell’area minori Marika Di Prodi coadiuvata dall’equipe dell’area minori Milena Foglia, Silvia Lillini, Mara Camarda e Lucia Mandorlini, prevede corsi di italiano, percorsi scolastici, tirocini formativi e supporto psicologico che sostengono i ragazzi nei percorsi emotivi dopo i traumi del viaggio e in caso di elaborazione dei lutti familiari. Molti vivono anche il dramma della tortura nel viaggio per l’Italia costretti a crimini contro la loro volontà perché l’unica alternativa è la morte. Le famiglie d’origine sono in contatto con le famiglie affidatarie e seguono la vita dei minori in Italia. I bambini delle stesse famiglie ospitanti sono risorsa preziosa nell’integrazione. In molti casi sono gli stessi bambini, di 5 o 6 anni, a insegnare l’italiano ai nuovi arrivati.

“Uno dei progetti del Comune di cui andare più orgogliosi – dice l’assessore all’Integrazione Marika Marcolini – che è nato dall’idea di dare ai minori un’alternativa di accoglienza. É stato bello vedere come alle famiglie che hanno vissuto sulla propria pelle il dramma della migrazione, si sono aggiunte le famiglie italiane che hanno scelto di vivere quella che reputano un’esperienza di crescita personale e sociale”.

L’obiettivo è quello di potenziare sempre più la rete delle famiglie affidatarie, possibile soltanto attraverso la conoscenza, unica arma verso l’abbattimento della diffidenza. Fondamentale in questo passaggio la disponibilità a collaborare offerta dall’Associazione La Goccia.

Info: Ufficio di Promozione Sociale Comune di Macerata 0733 256465 – 0733 256243.

8 luglio 2017

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