Legittima Difesa… sì ma in difesa di chi?

Giorni fa, ho rinunciato al sonno per seguire uno dei tanti dibattiti televisivi sul diritto alla difesa. I partecipanti erano di peso, compresa forse un’ex filo-sessantottina che con virgineo sdegno e furore condannava la reazione e  aborriva l’uso delle armi: “La vita (del ladro) vale molto più delle cose (del derubato); la vita e le cose non possono essere messe sullo stesso piano”. Ma per il derubato, malmenato e ucciso, nemmeno una prece. E via uno sproloquio sociologico, sulle cattiverie sociali che debbono giustificare le azioni illecite e violente. Chi si difende è un assassino, non si deve reagire o almeno la reazione è sempre sproporzionata. I malviventi sono quattro e tu sei solo? Non conta! Ti entrano in casa? Devi sapere che sono tutti bravi e poco armati, che non hanno intenzione di massacrarti, che portano con sé solo un coltello di 20 cm. e tu non puoi difenderti con uno da 25, devi sapere che hanno una calibro 22 e non puoi fronteggiarli con una magnum… e così via. Grandi sproloqui contro il possesso legale delle armi e nemmeno una parolina per i mitra illegali. C’è anche stato un illustre avvocato che ha svolto una disamina dei mezzi di difesa della proprietà:

1 – videosorveglianza sì, ma guai se senza gli opportuni cartelli di avviso e… occhio alla privacy;

2 – pistole elettroniche, assolutamente vietate;

3 – spray al peperoncino: sì, ma con poca carica e comunque non utilizzabile a distanze inferiori ai tre metri;

4 – muri di recinzioni sì, ma non molto alti (vedi anche i regolamenti edilizi) e in assoluto senza vetri, fili spinati e altri mezzi che potrebbero fare la bua a onesti lavoratori;

5 – cani da guardia sì, ma opportunamente segnalati: non è stato precisato con quanti cartelli e come dovrebbero essere (forse parecchi per lato e quell’“opportunamente” fa supporre che di notte debbano essere illuminati);

6 – buche nel giardino: vanno segnalate e protette.

A questo punto non si esclude che il Governo promulghi l’obbligo della licenza edilizia per scavare le buche al fine di piantare rose, pomodori, zucche e finocchi. Mi sono chiesto: se uno vivesse in un vecchio castello, dovrà segnalare ponte levatoio, fossato e tutti gli altri mezzi di difesa? Certamente dovrà assumere squadre di bagnini per ripescare i ladri caduti nel fossato e guai a lui se l’acqua non fosse potabile: danni morali e materiali per dissenterie! oltre al resto. L’aggredito paga le tasse, deve conoscere tutte le norme (circolari comprese), non può aspirare a essere tutelato e tanto meno può difendersi da solo. L’aggressore non paga, le  leggi gliele fanno su misura, non deve essere disturbato mentre delinque e se dovesse andargli male otterrà risarcimenti per sé e per i suoi fami liari. Ora che il “vizio contro natura” (così lo chiamava la Chiesa) è stato sdoganato potrà accadere quanto segue: se durante la rapina l’aggressore dovesse eccitarsi sarà pacifico che l’aggredito dovrà soggiacere alle voglie altrui. Ma, e qui viene il bello… l’aggressore non pienamente soddisfatto avrà il diritto di denuncia per danno morale e materiale? L’onesto cittadino lavora, fa la fila, paga le tasse, paga le multe (anche perché è più dispendioso ricorrere), se dovesse subire un’aggressione gli converrà tacere: meno rischi, meno rogne e risparmio di tempo e di denaro. Un tabaccaio viene rapinato, spara e uccide: gli tocca qualche giorno di arresto, un’accusa di omicidio volontario (!?), oltre 5 anni di processi; prima condannato a 2 anni e 350.000 euro di risarcimento, poi l’assoluzione (“la legge è uguale per tutti, i giudici no” ha detto l’avvocato). Gli è andata bene dicono molti. Ha perso le sigarette e i valori pagati in anticipo, ha pagato le parcelle degli avvocati e le spese legali, vivrà sempre con rimorsi e paure, dovrà forse pagare un mutuo per riaprire l’attività. E gli è andata bene! Desta meraviglia costatare l’attenzione che il Parlamento rivolge all’incolumità di ladri e rapinatori mentre commettono reati giudicati tali anche dalla Costituzione e dalle leggi. E non finirà qui: recentemente i nostri legislatori, dopo anni di duro lavoro, hanno partorito una nuova norma che sostanzialmente niente innova (l’omicidio volontario rimane), infatti hanno solo alleggerito il reato se commesso “in tempo di notte” e qui la cosa si complica. Quando inizia o finisce la notte? L’ora legale, le nubi, la nebbia, i temporali, le eclissi totali hanno influenza? Prima di reagire è obbligatorio sollevare le tapparelle e per quanto tempo? Lor signori non hanno specificato. Non si sono accorti nemmeno che il rimborso delle spese legali, sostenute dal delinquente (chiamiamolo per nome senza tante sottigliezze) assolto dal giudice, può far avallare la richiesta di riconoscimento per i danni morali e materiali da lui eventualmente subiti! Non intristiamoci. Abbiamo le leggi più belle del mondo, come ben sanno tutti i delinquenti italiani e stranieri ma sappiamo riderci sopra, amaramente, da oltre un secolo. Per sollevare lo spirito, godiamoci un sonetto scritto il 5 giugno del 1914 da Carlo Alberto Salustri, più noto come Trilussa.

Nazzareno Graziosi

 

L’illegittima difesa

Trilussa

 

Per me, quanno una femmina è sicura

d’èsse una donna onesta veramente,

benché je zompa addosso un prepotente

lo fa sta’ a posto come una cratura.

 

Incomincia cór métteje paura,

mozzica, sgraffia, strilla, chiama gente:

ma difenne l’onore solamente

cór mezzo che j’ha dato la natura.

 

Ch’à fatto invece quella? L’ha ammazzato

gnentedemeno co’ la rivoltella…

Eh! me pare un pochetto esaggerato!

 

Defatti, la marchesa sai che dice?

“Se in vita mia facessi come quella

me ce vorebbe la mitrajatrice!”

29 giugno 2017

 

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