Quel flebile raggio di sole filtrando d’un folto, improvviso,
avea richiamato attenzione al tempo che stavo vivendo.
Un senso di pace ovattata calava da tutte le foglie
di platani, lecci ed allori, spazianti, disposti nel vasto giardino.
Il mondo correva distante, pulsante di mille motori,
di freni e di forti sirene, lanciate a mete lontane.
Ma lì al sicuro del verde gli uccelli tornando dal pasto
smaniosi a riprendere il nido,
è come se tutto sia fermo, lontano da ogni problema,
speranza di un rosso tramonto.
La quiete vieppiù ricercata fa scendere dentro nel petto
un bene da tempo mirato e sempre in silenzio cullato.
Mi accorgo che il duro lavoro, le pene e preoccupazioni
non bastano a farmi obliare l’incanto dell’esser ancor vivo.
E dunque, pensando al futuro, percorro quel tratto finale
che accede alla luce diffusa, spalmata sul viale ombreggiato.
E’ lì che ora attendo la fine, la lenta scomparsa del sole,
coi raggi riflessi nel cielo da bianchi viaggianti vapori.
disegno di Lorenzo Sabbatini
16 giugno 2017