“Macerata ha la sua faglia sismica, come Los Angeles che ha la faglia di Sant’Andrea mentre la nostra potremmo chiamarla di San Giuliano!” Questa poco simpatica notizia, apparsa nei giorni passati sui quotidiani, è stata diffusa da alcuni geologi i quali affermano: nel sottosuolo della nostra città c’è una faglia attiva che nel passato è stata in grado di cambiare il corso dei fiumi Chienti e Potenza, quindi dovrebbe essere di notevoli dimensioni. Con una popolazione traumatizzata dal recente terremoto è giudiziosa la divulgazione di una notizia che può generare allarmismo? Tanto più che si basa su una supposizione, senza alcun riscontro storicamente documentato né osservabile. Il fatto lascia sconcertati. L’esperienza millenaria, documentata, ci ha insegnato che i terremoti non si possono (ancora) prevedere: possiamo solo calcolarne la frequenza media per territorio. Confermata l’alta pericolosità sismica delle nostre zone e di fronte a questa notizia, diffusa da geologi qualificati, le autorità con il proposito di tranquillizzare l’opinione pubblica, avrebbero dovuto impegnarsi, in primo luogo, a verificare la veridicità della notizia, commissionando una indagine conoscitiva sulla effettiva esistenza di questa faglia. In caso affermativo, poi, si dovrebbe procedere all’adeguamento del regolamento edilizio attuale prevedendo nelle nuove edificazioni e nelle ristrutturazioni, l’utilizzo dei materiali che più si adattano alle sollecitazioni del terremoto e che, oltre a incidere, possibilmente, in maniera meno gravosa sui costi siano meno pericolosi in caso di crollo, con particolare riferimento ai muri di contro-tamponamento e muri divisori, che questa volta il sisma ha danneggiato gravemente, anche a lunga distanza dall’epicentro del terremoto.
Umberto Migliorelli