La curiosità per questo spettacolo na-sce dalla sua natura di essere figlio di una iniziale sceneggiatura cinematografica. Così come i testi o i film che scaturiscono da un libro originano una sorta di attrazione/repulsione, anche per questo allestimento si ha paura del confronto. In trasferta al Teatro Persiani di Recanati a causa delle tristi vicende legate al terremoto, la pièce offerta dal cartellone maceratese è invece una piacevole sorpresa che spazza via ogni riluttanza. Il provando anteposto al cinematografico dobbiamo parlare ci catapulta immediatamente sul palcoscenico, subito dichiarato dallo stesso Rubini, e direttamente nella storia di queste 2 coppie di amici che si ritrovano a confrontarsi sulla vita, gli amori, la politica, e su quello che sono loro stessi. Nel gioco molto pirandelliano delle maschere indossate, la lunga notte della coppia borghese e della contrapposta coppia di intellettuali, dà vita a una commedia brillante e intelligente che, come già detto, si allontana dal film per diventare un vero gioiello teatrale. Le battute scivolano via con graffiante incisività e ironia pungente, mai scontate o gratuite, e partendo da una situazione abbastanza “normale” e già vista (la borghese tradita dal marito che si sfoga con gli amici), il testo si snoda attraverso la battaglia di idee e posizioni differenti, in un gioco al massacro emotivo che capovolge e stravolge i ruoli come un giro su vorticose montagne russe dell’animo. Due coppie, quattro attori superbi e incredibilmente presenti sul palco nel rappresentare i propri personaggi: Isabella Ragonese e Sergio Rubini, sono i compagni intellettuali; Michela Cescon e Fabrizio Bentivoglio, la coppia borghese. La commedia è uno svelarsi, nascondersi, colpirsi per poi esplodere, le certezze della coppia intellettuale sono abbattute sotto i colpi dello scontro con gli amici borghesi. Le iniziali differenze tra i personaggi vengono annullate dalle piccole verità che emergono durante questa lunga notte. Alla fine le due coppie si ritroveranno a essere più simili di quanto credessero, ognuna rafforzata o indebolita nelle proprie convinzioni che derivano dalle loro bugie. L’alba riconsegna al mondo un palcoscenico di scontro, un’analisi di relazioni e sentimenti abilmente rappresentati con un linguaggio vero e veritiero. Perché l’amore forse non basta, come scrive Rubini nelle note di regia, ma rifletterci, magari vedendolo a teatro, sicuramente aiuta. Bravissimi gli attori, ognuno calato nel proprio ruolo, particolarmente Fabrizio Bentivoglio, magistrale in ogni piega comica.
Lucia De Luca
24 maggio 2017