Il dono di Fioruccia

Il 9 settembre del 1321 il notaio Giovanni di Filippo di Macerata riceve la visita di donna Fioruccia, moglie di Roberto di Pietro “olim de Monte Ulmo nunc habitator civitatis Macerate” (prima di Montolmo ora abitante della città di Macerata). Con il pieno accordo del marito, donna Fioruccia dona al Vescovo di Macerata, il recanatese Federico primo vescovo di Macerata, “domum suam positam in contrata fontis Macerate, juxta viam, qui itur versus Potentiam (…) causa edificandi unam ecclesiam in dicta domo (…) que ecclesia vocatur sancta Maria de la Pietate” (La sua casa posta in contrada fonte di Macerata, in quella strada per la quale si va verso Potenza (…) per edificarvi una chiesa in detta casa (…) che sarà chiamata santa Maria della Pietà). L’atto notarile localizza con sufficiente precisione la casa, poi chiesa, lungo la strada che conduce al Potenza (oggi via dei Velini) in quella contrada che ha sempre definito l’attuale zona delle Due Fonti. Quattro anni più tardi la chiesa risulta essere già costruita.  La testimonianza indiretta è negli atti della canonizzazione di San Nicola da Tolentino, dove, è il 13 settembre del 1325, uno degli interrogati, Franciscus Iacomelli, è il cappellano della chiesa di S. Maria della Pietà in Macerata.

28 aprile 2017

 

 

 

 

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