Casualità onomastiche marchigiane

Quattro considerazioni su una delle tante tessere del mosaico storico che, guarda caso, il “caso” ha lasciato nelle Marche. È un veloce passaggio sull’onomastica spicciola, non certo uno studio approfondito come quello di Febo Allevi sull’onomastica altomedioevale, ma non sono divergenti. Provo ad accennare a quei nomi rari e desueti che “per puro caso”, visto che non c’è storia che li supporti, si addensano nella nostra regione. I nomi d’origine altomedioevale, lo verifica Marc Bloch, sono in genere compositi (due nomi uniti) quale espediente, in mancanza di un cognome di famiglia, per richiamare la memoria degli ascendenti. Teoberto ricorderebbe che è figlio di Teo (Teud) e Berta e così via. La trasmissione dei nomi nelle linee di discendenza diventa una tradizione così forte da continuare tuttora. L’onomastica della tradizione cristiana ha affievolito il mantenimento generalizzato dei nomi più antichi, relegandoli a casi abbastanza rari, che per questo connotano quella locale precedente. Qui da noi, e in pratica solo qui con una certa insistenza, troviamo nomi che, quando letti nei testi latini originali, ci riportano a personaggi famosi dell’età carolingia: sarà per caso? (concedetemi la vena polemica). I personaggi di cui accennerò sono, per la storia ufficiale, germanici, gallici o britannici, mica della Francia nostrana. Inizio con il mio nome, anzi con entrambi i miei nomi, Arduino è il mio cognome, ma qui è un nome talmente diffuso che quasi tutti pensano sia invece Medardo il mio cognome. Non me la prendo, anzi sono orgoglioso che il mio nome di famiglia sia quello dei Domini Loci Franchi, che ricevettero i feudi di Torino e Ivrea. Medardo è altresì un nome franco d’origine marchigiana (“casualmente” santo patrono di Arcevia) menzionato come vescovo abate nelle cronache della Novalux (oggi Novalesa) sulle Alpi piemontesi (per questo rimane nella mia famiglia), ma siccome è un personaggio storico viene spostato a Noyon, (per i filologhi basta il No iniziale per legare i due nomi) ma a Noyon non c’è cattedra e allora lo si sposta a Soissons e il resto è storia. Parliamo adesso di Ademarus campanensis iuxta castellum potentia come si firma lo storico dei Franchi, ovvero Ademaro da Castel Potenza (insediamento nella valle del Potenza non più localizzabile). Di Ademaro ce ne sono ancora oggi dalle nostre parti, ma lui, il personaggio del mille, diventa Adhemar de Chabannes,  oppure di Angouleme oppure di Limoges, solo perché si è attaccato alla coda dei Pipini di Aquitania alla dissoluzione dell’impero del Carlone, ma in quei siti non ci sono prosecutori del nome. Altro personaggio decisamente importante è Albino, nome di chiaro etimo latino, collaboratore diretto del Carlone, si firma Albinus Flaccus quando scrive alla mamma, ma per gli storici diventa Ehalwine o Alcwin, Alcuino per quelli italiani, originario di York. Plaudo alla fantasia di Ehalwine per essersi latinizzato col nome di una famiglia romana da cui proviene Ovidio se non erro. Anche questo nome è abbastanza diffuso nelle Marche e nell’Eporediese (prov. di Torino) col fatto puramente casuale che Ivrea (Eporedia) e York (Eporatia) sono in pratica lo stesso toponimo oltre ad aver entrambe avuto un importante monastero altomedioevale nel quale si formò il personaggio. Dovremmo perciò fare a testa o croce per scrivere Albino d’Ivrea o Alcuino di York. Abbiamo anche Milone, tribuno romano nel primo secolo avanti Cristo e nome del più importante “fedele” di re Pipino (non è leggenda, il nome compare su una cartula originale pubblicata), che gli da sua figlia Berta in sposa. Per poco note ragioni Monte Milone (MC) cambia ai nostri tempi il nome in Pollenza e memoria locale arrangiata alla meglio vuole Milone un longobardo del X secolo. Un cenno alla ovvietà di Mont’Ottone (nome più che storico derivando dall’imperatore Ottone). Ironizzando: ha forse a che fare con l’otto latino? di certo non con il germanico achtche che suona molto diversamente! Odilone è un’altra rarità onomastica che qui perpetua quello del parente burgundo (come Berta moglie di Pipino) alla corte dell’imperatore dei Franchi (ndr: un bisnonno del Direttore, originario di Corridonia, si chiamava Odilone). Aggiungerei Ulderico e Federico che non richiedono commenti. Adalgiso ovvero Adelchi ricorda legami parentali importanti fra Franchi e Longobardi che secondo me coabitavano la Francia antica (cfr – Francos la storia da riscrivere). Anche se la statistica è una scienza empirica, l’addensamento di onomastica altomedioevale nel territorio Piceno legata a nomi della storia dei Franchi non può essere per mero dato numerico un fatto puramente casuale: è invece una delle piccole grandi evidenze che nella storia ufficiale qualcosa non quadra. È il caso che si accanisce a mettere testimonianze d’ogni tipo di un grande passato tutte qui, nella nostra piccola regione?

26 aprile 2017

 

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