In via Trento oggi la società costruttrice e il Comune sono venuti ai ferri corti e alle carte bollate, entrambi hanno fatto per anni come le tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo. Quando invece avrebbero dovuto vedere i lavori promessi e mai portati a compimento, avrebbero dovuto sentire le critiche (questo nostro video di appena due minuti risale al febbraio 2012: http://larucola.org/2012/02/22/macerata-i-reperti-pensili-di-via-trento/) e ne avrebbero dovuto parlare tra loro e, il Comune, ai cittadini. Così non è stato fatto. Di seguito pubblichiamo il comunicato stampa del Comune di Macerata che spiega la questione (meglio tardi che mai) secondo il proprio punto di vista e, permetteteci di dare la nostra opinione, crediamo che abbia ragione, seppure fuori tempo massimo perché l’incompiuta è ormai più che decennale ed è stata sempre sotto gli occhi di tutti.
Le ragioni del Comune
Il progetto di riqualificazione di via Trento, previsto da una serie di atti di programmazione, di convenzioni e accordi deliberati da Consiglio comunale e Giunta tra il 2000 e il 2004, prevedeva interventi che avrebbero portato a un abbellimento complessivo della zona e a una serie di benefici pubblici di cui ne avrebbe goduto l’intera città. Dai sottopassaggi di collegamento con corso Cavour, alla sistemazione della parte sinistra della via, alla realizzazione di viali alberati e di parcheggi a uso pubblico fino alla realizzazione della bretella viaria di collegamento tra la stessa via e la sottostante via Murri, che arriva fino al parcheggio Garibaldi. Su questa tematica e sul ricorso presentato dalla società Nuova Via Trento che ha chiesto al Comune un risarcimento danni per la mancata realizzazione della infrastruttura viaria, si è espresso questa mattina il sindaco Romano Carancini nel corso di una conferenza stampa, affiancato dall’assessore all’Urbanistica Paola Casoni.
“I benefici pubblici che dovevano scaturire dagli accordi e dalle convenzioni tra il privato e l’amministrazione comunale, in realtà non hanno mai visto la luce – ha sostenuto il primo cittadino – è scomparso per esempio il sottopasso di collegamento con corso Cavour, come anche i parcheggi che non solo non sono stati ceduti all’Amministrazione ma sono addirittura stati dati in gestione a privati ed anche la riqualificazione della parte sinistra della via non è stata mai realizzata. Ma la cosa sconcertante è che a fronte di tutte queste inadempienze, la Nuova Via Trento ha usufruito di una compensazione degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria che è andata a scomputo di quanto dovuto. In più, altro fatto grave, la società non ha rilasciato le polizze fideiussorie a garanzia dei lavori di natura pubblica”.
Anche la bretella in questione, come ha spiegato il sindaco, era un’opera inserita nel progetto per una precisa finalità pubblica perché in quel periodo la zona aveva gravi problemi di congestione veicolare. Raccoglieva infatti in corso Cavour e via Trento il traffico in uscita da Macerata proveniente da via Roma, viale Indipendenza, viale Puccinotti e via Valenti e la nuova strada avrebbe agevolato di molto lo scorrimento viario. “Ma dopo lo sblocco dei Piani di ricostruzione e l’inaugurazione della Galleria delle Fonti nel 2008 – ha proseguito il sindaco – si comprese subito che l’infrastruttura di via Trento aveva perso il suo iniziale scopo e che, a fronte di una spesa di più di 800 mila euro a carico del Comune, era venuto meno l’interesse pubblico. Abbiamo quindi proposto alla Nuova Via Trento di ripensare in altro modo quel beneficio per la città che sarebbe derivato dalla costruzione della bretella, riqualificando cioè l’intero comparto”.
Ha continuato l’assessore Paola Casoni: “Noi ragioniamo tenendo sempre fermo il principio dell’interesse pubblico: non possiamo spendere i soldi dei cittadini a vantaggio del privato. Abbiamo sottoposto alla Nuova Via Trento proposte riguardanti la riqualificazione dell’intero comparto e in particolare interventi sulla viabilità pedonale perché ancora oggi via Trento è difficilmente attraversabile. Unendoci potevamo riportare utilità e benessere a chi abita e, in generale, a chi frequenta la zona. Ma alle nostre proposte non sono mai giunte risposte positive”.
L’amministrazione comunale andrà quindi avanti con i propri legali per sostenere le sue tesi per cui, conclude Romano Carancini: “L’Amministrazione comunale non immagina di sprecare denaro pubblico per un’opera che ad oggi sarebbe totalmente inutile e anche dannosa dal punto di vista ambientale”.
22 aprile 2017