Nel 1943 il Prefetto della provincia di Bologna vieta l’uccisione dei gatti. Leggiamo infatti: “Ritenuto che si va verificando, specie a opera di accaparratori, una crescente distruzione di gatti, di cui vengono utilizzate, oltre le pelli e i grassi, anche le carni; atteso che il fatto è suscettivo di gravi inconvenienti poiché la rarefazione degli animali in questione determina l’aumento dei topi che, oltre ad essere apportatori di malattie, recano gravi danni alle derrate alimentari, specie a quelle lasciate in deposito negli ammassi”. Ne viene dato avviso ai Podestà e ai Commissari Prefettizi dei Comuni della Provincia, al Questore di Bologna, al Comando Gruppo Interno e Gruppo Esterno RR. CC. e ne viene estesa la conoscenza all’Ente Nazionale Fascista per la Protezione degli animali.
17 aprile 2017