Parliamo di calcio o… di pugno? E sì perché pare che quello sferrato a un calciatore della Maceratese non sia stato un calcio (‘na zambata) ma un pugno (un cazzottu) per cui è arrivata la piena condanna del sindaco Romano Carancini per l’incivile comportamento del boxeur , forse sotto sotto motivata dalla preoccupazione di aver speso un sacco di soldi per aggiornare lo stadio… quando, invece, sarebbe bastato realizzare un ring, decisamente più economico per assistere a incontri di boxe.
È l’ultimo atto di una farsa?
Si è giustamente arrabbiato Romano Carancini che ha affermato: “Non posso restare in silenzio dopo quanto accaduto: un fatto grave, mai verificatosi prima e l’incredulità e la rabbia per ciò che sta accadendo intorno alla Maceratese cresce sempre di più. L’aggressione subìta da Sabato, con cui ho parlato personalmente e al quale ho espresso la mia piena solidarietà, è l’ultimo atto di una farsa che mi auguro torni presto alla realtà e al rispetto della città. Un fatto che produce una brutta immagine che l’Amministrazione non è più in grado di tollerare, svilisce la dignità di tutti ed è un pessimo esempio per i più giovani”.
Dicìa ‘lla pòra nonna…
Mi diceva sempre ‘lla pòra nonna: “Magna coccu sennò non te téni rittu!” Per mangiare ci vogliono i soldi, quelli che devono ricevere i calciatori della Maceratese che, però, dimostrano sul campo di avere delle buone riserve di energia perché non solo si tengono in piedi ma continuano a ottenere buoni risultati, per cui ha ribadito il Sindaco: “È scandaloso come la nuova proprietà voglia far credere che il mancato pagamento degli stipendi sia dovuto all’emersione di debiti fuori bilancio. La società deve onorare gli impegni che fanno capo alla sua gestione e pagare gli stipendi a coloro che, con un altissimo senso di responsabilità, stanno continuando portare in campo dignitosamente la squadra. Spalletta e Sivieri debbono vergognarsi per aver portato il nome della città a questi livelli e non si possono permettere di sentenziare contro il ruolo dell’Amministrazione comunale”.
“Non me devo ‘mbiccià’? Me ‘mbiccio e come!”
Accusato sulla presunta intrusione dell’Amministrazione comunale nella trattativa per la vendita della società il Sindaco Romano Carancini risponde: “L’Amministrazione comunale deve parlare perché ha a cuore il nome della città e perché ha investito 800mila euro per adeguare lo stadio al regolamento della Lega Pro. Ha quindi il dovere di richiamare tutti, passate e presenti gestioni, al rispetto di Macerata. Si dice che la società è di tutti e poi la società mette in campo azioni che non portano certo alla sua tutela. Non starò zitto fin quando non si troveranno azioni serie per trovare soluzioni dignitose. Noi non sappiamo di preciso cosa sta accadendo ma siamo certi che esistono due tipi di responsabilità: una gestionale, che fa capo unicamente a chi ha gestito, sta gestendo e gestirà la Maceratese e che dovrà essere risolta tra le varie proprietà, l’altra è sportiva. Se la squadra otterrà sul campo il diritto di restare in Lega Pro, la Maceratese dovrà restare nella categoria. Il presidente della Lega Gabriele Gravina non può dire che la squadra dovrà retrocedere per colpa della gestione societaria. Non ci hanno soddisfatto le sue parole, frutto di un ragionamento semplicistico che non accetto. La Lega, come accaduto per tante altre società, deve rapportarsi con la Città e le Istituzioni. Il Comune di Macerata, anche per l’investimento fatto nello stadio, può essere garante e accompagnare le parti verso una soluzione che soddisfi tutte le esigenze e soprattutto tenga alto il nome e la dignità dei maceratesi”.
Sintesi finale
Il non detto che va detto: “C’éte fatto spenne ottocendomila euri per facce ghj a ghjocà in terza categurìa? Ma non ce ropperéte li co…!”
09 aprile 2017