I sintomi della malattia, perché l’invidia (mmija) è tale, sono i seguenti: mal di testa, diminuzione della forza muscolare, abbassamento della vista, appetito scarso e malinconia. Il male si diffonde attraverso lo sguardo. Ci si libera della “mmija” con lavaggi effettuati con il decotto dell’erba detta, appunto, “erba de la mmija”. Ci sono diversi procedimenti sostanzialmente eguali tra loro, anche se cambiano le formule. Eccoli:
Prima formula – Con 9 chicchi di grano, un chicco per volta, si segna la fronte del malato ripetendo ogni volta: “‘Nvidia, ‘nvidiaccia, chi t’ha ‘nvidiato no’ lo saccio, chi t’ha ‘nvidiato vaca via, vaca a cercà’ lu malannu d’Iddio”. Il chicco di grano viene quindi gettato in un bicchiere con l’acqua. Se c’è l’invidia e proviene da un maschio sul chicco di grano si forma “lu cappillittu” (una bollicina d’aria) in cima, se invece l’invidia proviene da una femmina la bollicina si forma da un lato. Il trattamento va ripetuto per tre giorni.
Seconda formula – Stesso processo con 9 chicchi di grano ma con questa formula: “Tre Ave Maria alla Madonna Addolorata (secondo un’altra versione si recita un’Ave Maria alla Madonna del Carmine), poi: Groria Patre, Fiju e Spiritu Santu, ‘sto male vaca ‘gghjetro, non vaca più avanti; San Pietro, San Paolo, Santa Anastascìa, pija ‘sto male e portalo via!”. Con l’acqua del bicchiere si bagna la fronte dell’invidiato, gli se ne fa bere un po’ e l’acqua restante va buttata dove non può essere calpestata (focolare, acquaio…).
Terza formula – Si esegue con 3 chicchi di grano per volta e si ripete per 3 volte dicendo: “‘Nvidia ‘nvidiaccia, chi t’ha ‘nvidiato no’ lo saccio, chi t’ha ‘nvidiato vaca via, vaca a cercà’ lu nome de Maria. Patre, Fiju, Spiritu Santu, questo male vaca addietro non vaca più avanti”. Si ripete come sopra il procedimento con l’acqua.
Quarta formula – Tutto come sopra, varia solo la formula: “Gesù, Giuseppe e Maria se c’è l’invidia mandatejela via!”
In alternativa a questi procedimenti l’invidia si può anche “scansare”. Per “scansà’” l’invidia si segna la fronte del malato senza niente e, alla fine, s’intinge il dito nell’olio della “luma”. Se ne lascia cadere una goccia nell’acqua. Se c’è invidia la goccia si spande, se non c’è invidia la goccia rimane intera. L’acqua si getta via sempre nel medesimo modo.
Tratto da Medicina popolare montegiorgese di Mario Liberati
Erba de la mmija o erba de la Madonna
Nome italiano: lamio;
nome scientifico: lamium albium e lamium amplexicaule.
Si colgono insieme il 15 agosto, festa della Madonna Assunta, da cui il nome, l’erba maschio (più rara) dal fiore rossiccio (lamium amplexicaule) e l’erba femmina (più diffusa) dal fiore bianco (lamium albium), che nascono in mezzo al granturco o alle stoppie.
03 aprile 2017