Presentato “Fratelli”, il nuovo libro di Guido Garufi

Sala piena alla “Mozzi Borgetti” di Macerata per la presentazione del libro “Fratelli” di Guido Garufi. Dietro il tavolo, dove sedevano lo stesso Guido in compagnia con Maurizio Verdenelli e con Enrico Capodaglio, campeggiava la vecchia foto di una redazione maceratese che ha stimolato un bel ricordo…

Tra i tanti, nella foto, c’erano Guido, Maurizio e Fulvio Fulvi, il che mi ha riportato indietro a 20 anni prima, quando è nata l’avventura de La rucola: Fulvio Fulvi ne era il Direttore responsabile; nel primo numero uscito, il “numero zero”, c’era un bell’articolo di Guido Garufi intitolato “Un foglio come una poesia” e una poesia piena di verità, “Un augurio”, che trascriviamo: Tu che guardi dalla tua elevazione / dalla tua vetta irraggiungibile / il mondo. / Tu schiudi l’alfabeto / nella pagina / sulla pagina bianca / tu accogli le parole, / quelle dette, quelle taciute. / Dalla pagina il tuo volto / dalla pagina la tua parola / incandescente, da quel foglio / le foglie delle lettere…; in quel numero uno scritto di Mario Monachesi evocava la figura dello… “scomparso” Maurizio Verdenelli il quale, puntuale e commosso, c’inviò una lettera, che pubblicammo nel n° 1 titolata “Verdenelli c’è”.

Basta con i ricordi e veniamo al presente. La serata è corsa via veloce con la lettura di alcune poesie, emozionanti quelle interpretate da Maurizio Boldrini, intervallate dalle note analitiche dello scrittore e critico letterario Enrico Capodaglio, dalle riflessioni dell’autore, dagli aneddoti ricordati da Maurizio Verdenelli e dal colloquio finale instaurato con il pubblico, curioso e critico verso il mondo della poesia, in particolare verso i poeti giovani che hanno (almeno molti di loro) la colpa di non leggere ma la pretesa di scrivere.

Chi invece mostra nei suoi versi cultura e sincera capacità espressiva è Guido Garufi, che trae dalla quotidianità concetti veri e li sa porgere con un’attenta ricerca verbale mai leziosa e mai fine a se stessa.

È un libro da leggere e da conservare nella biblioteca personale per sfogliarlo di nuovo, questo dal titolo così particolare, “Fratelli”, secco e deciso; l’introduzione di Giovanni Tesio, nella quale è riepilogata la quarantennale attività dell’autore, riporta una frase di Carlo Bo che determina lo spessore culturale del poeta maceratese: “Se si facesse in Italia il lavoro che Guido Garufi ha fatto per le Marche (ndr: “La poesia delle Marche, il Novecento” – 1998) avremmo una storia della letteratura del secondo Novecento più ricca e più completa”.

Fernando Pallocchini

24 marzo 2017

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