Ho incontrato Adriana Malpiedi il pomeriggio del 16 luglio 2016. L’architetto e restauratrice aveva seguito in tv, fino alle 2 di notte, il fallito colpo di stato(o presunto tale) in Turchia. La sua casa si trova nella frazione Santa Lucia di Pollenza. Dove sorgeva un’antica villa romana, nel 1240 fu costruita una chiesetta medioevale di campagna officiata dai Francescani di Pollenza. Vi sono stati trovati mosaici romani a pavimento, oggi ricollocati a palazzo Cento. Co-me ho già narrato nel volume “Gente di Marca”, Adriana ama viaggiare in libertà nelle nazioni attorno al Caucaso, in Iran, nelle ex repubbliche sovietiche e in Anatolia. È interessata a ciò che accade in Turchia perché, mediante una società a Istanbul, ha presentato vari progetti di restauro, ora in attesa di valutazione e accettazione. In Turchia sono poche le scuole di restauro e conservazione degli affreschi. Tra i progetti, gli affreschi del monastero greco-ortodosso (XIV sec.) di Sumelas, nella Turchia nordorientale, a circa 46 km all’interno della più nota Trebisonda (Trabzon). Quest’ultima città, che oggi chiameremmo terminal, era un antico porto veneziano sul mar Nero, uno dei punti di arrivo della via della Seta, lunga circa 8.000 km, dove le pregiate merci erano imbarcate per Venezia e l’Europa. Sumelas, un monastero ipogeo dedicato alla Vergine Maria, posto in cima a un monte, è interamente affrescato ed è stato restaurato in parte dai locali, con modesta perizia. È un monumento nazionale, ogni anno visitato da migliaia di turisti. Gli affreschi risalgono al sec. XV, ad Adriana piacerebbe restaurare pure quelli di altre chiese ortodosse di proprietà demaniale situate nella parte nord est dell’Anatolia. Siccome queste chiese sono un forte polo di attrazione turistica, il Ministero sta pensando di restaurarle per incrementare l’afflusso di visitatori. Dalla rivoluzione kemalista le minoranze greche e armene sono rientrate in patria o confuse. Tuttavia l’architettura civile e religiosa di quelle minoranze è tuttora ben visibile e di eccellente armonia ed eleganza. Rispetto all’architettura turca moderna post Sinan questa è elegante e più proporzionata e signorile per la distribuzione degli spazi interni ed esterni. Sinan (1489-1588) famoso architetto di Solimano il Magnifico e di altri due sultani, chiamato anche il Brunelleschi mediorientale, a esso si attribuiscono oltre trecento opere tra moschee, palazzi, edifici pubblici, acquedotti e fontane. Negli ultimi anni in Turchia sono state costruite molte nuove moschee. Mentre Mustafà Kemal Atatürk, il padre della Turchia moderna, nella prima metà del ‘900 attuò un’ampia laicizzazione, il presidente Erdogan e il suo partito AKP stanno portando avanti l’islamizzazione del paese.
Una enorme cami (moschea in turco) con vistose luci verdi ben visibili dal Bosforo è stata costruita a Istanbul, un’altra a Mosca, prima dell’abbattimento del caccia russo. I turchi stanno investendo pure nell’ex Jugoslavia. Anche la periferia di Istanbul è ricca di nuove moschee di tutte le dimensioni, in numero superiore rispetto alle reali necessità. Il mar Nero è un bacino molto pescoso, ma melanconico e poco colorato, perché circondato da alte montagne e zone umide piovose. Trebisonda aveva un importante faro e “perdere la Trebisonda” significa non trovare più la luce di quell’importante punto di riferimento. In quella città si trova il padiglione ove Atatürk trascorreva le vacanze estive, ora è un museo; è un edificio inizio ‘900 con arredi e infissi originali e un giardino curato. A Trebisonda c’è un’altra “Santa Sofia”, una grande chiesa affrescata e bellissima, monumento nazionale contenente gli affreschi con la vita di Gesù e immagini della Madonna ed esternamente con un’ampia zona archeologica. Nella città ci sono tanti caravanserragli, edifici con la corte e i servizi, luoghi di sosta fortificati, dove sostavano le carovane lungo la via della Seta. In Turchia le città più importanti sono dotate di funicolari, una trentina sono state costruite dalla Leitner di Vipiteno, un’azienda italiana specializzata fondata nel 1888. A circa 40 chilometri da Trebisonda inizia una strada con tante curve che sale a 1300 m d’altitudine; c’è un progetto della Leitner per raggiungere Sumelas dalla strada principale, mentre una stazione in progettazione doveva sorgere vicino al citato padiglione Atatürk.
23 marzo 2017