Tanti galli a cantare non si fa mai giorno

La frase “Tanti galli a cantare non si fa mai giorno” è spesso ripetuta in presenza di coloro che parlano molto, promettono assai e poi non mantengono le promesse. Altri invece in senso più volgare dicono: “Le chiacchiere fanno i pidocchi”. Bisogna ammettere che queste espressioni hanno nel loro tempo, e trovano tuttora, una perfetta coerenza. Di contrasto un noto ordine religioso, come per provare che non è assolutamente lecito questo comportamento, ha ripetuto e perfino scritto sulle pareti dei conventi la regola “Parla poco, odi assai, et guarda alfin di ciò che fai”. Ciò premesso, serpeggia fra i terremotati una vaga paura per il tempo che trascorre: “Che si farà? si realizzerà la rinascita? la ricostruzione? perché non vi è traccia di inizio?” Sì, traccia di inizio. Mi permetto, a riguardo, di suggerire che qualsiasi ricostruzione ha bisogno di progettazione, di rigorosa affrancazione allo stato del suolo non certo facile. Ma sulla carta si può cominciare a disegnare la zona presa in esame, con planimetrie indicanti strade, piazze, posteggi, completi di una strutturazione sotterranea adeguata alla vita moderna, come fognature, passaggi di tubazioni per gas, acqua potabile, telefoni, luce elettrica e quant’altro necessario, con punti di ispezione immediata, escludendo così sondaggi che costituiscono spese inutili e perdita di tempo. È un sistema operativo indispensabile da  tenere presente nelle premesse perché esse daranno luogo a strutture importanti come scuole e abitazioni di ogni tipo le quali, sempre sulla carta, dovranno costituire oggetto di studio, definizioni, disegni precisi finalizzati a ottenere un sistema edilizio rispondente a criteri antisismici. La prima attenzione va all’utilizzo dei cementi armati che dovranno contenere nel loro interno, in ogni metro cubo, tondini di ferro e, secondo il bisogno, comunque non meno di kg. 75/80 di ferro. Tutto ciò esige controlli rigorosi e costanti: infatti, là dove viene a mancare il rispetto di tali premesse, o peggio ancora, quando viene accertata la presenza dei pidocchi, quelle scorie deleterie della società, infiltrati e sciacalli, si dovrebbe intervenire e condurre tali vigliacchi davanti ai giudici. Dovrebbero essere immediatamente esclusi da tali nobili operazioni. In merito, desidero portare a conoscenza un fatto avvenuto nella frazione di Cesi di Serravalle di Chienti. Nel settembre 1997 ci fu il terremoto che colpì tutta la zona, fra cui una piccola scuola elementare che si trovava tra la strada principale e la chiesa. Fu completamente resa in macerie: si provvide alla ricostruzione, ponendo all’esterno un tabellone che elencava una serie di nomi di tecnici, ingegneri, architetti, geometri, assistenti specialisti, per un totale di 19 componenti. Chiesi: “Quanti operai?” – “5”; “La finalità?” – “La ricostruzione antisismica”. Il collaudo, o prova provata, è avvenuto con la prima scossa tellurica 2016. La scuola ricostruita si è frantumata completamente alla pari della chiesa vicina, di antichissima datazione. Che commento in merito? quanto denaro pubblico rubato? vergognosa interpretazione nei fatti. Si tratta del nostro prossimo, di nostri fratelli che non debbono essere delusi nelle loro aspettative, poiché, come accaduto in occasione del disastroso terremoto de L’Aquila, subito dopo gli interventi di ricostruzione, alcuni balconi di case appena edificate e quindi nuove, sono caduti a terra perché mal costruiti. Nella premessa ho nominati i galli che cantano prima che si faccia giorno. Non penso di certo a quelle persone o volontari che con coraggio e generosità sono andate incontro a quella gente bisognosa di conforto, protezione e di umana solidarietà. A loro, naturalmente, un plauso e una profonda riconoscenza e… la speranza, come sempre, è l’ultima a morire.

27 febbraio 2017

 

 

A 9 persone piace questo articolo.

Commenti

commenti