Il Carnevale a Macerata nei secoli

Alla fine del 1854 e per buona parte del 1855 i maceratesi seguivano con estremo interesse, attraverso i resoconti sulle pagine delle Gazzette, la resistenza dei russi entro le mura fortificate di Sebastopoli e la caduta della Torre di Malakoff, avvenuta dopo 11 mesi di assedio. Alla battaglia, insieme con le truppe inglesi, francesi e turche, aveva partecipato u corpo di spedizione piemontese al comando del Generale La Marmora. L’attenzione sulla vicenda e il coinvolgimento furono tali che nel 1856 questa fu la protagonista del Carnevale maceratese. Scenografi e carpentieri si misero al lavoro per realizzare la più fedele riproduzione possibile della Torre di Malakoff che venne posta sopra un lungo carro trainato da tre paia di buoi bardati di rosso. Il corteo sfilò lungo la strada di San Lorenzo (oggi viale Puccinotti) e per il Borgo Pio (oggi corso Cavour). Dentro la torre erano asserragliati i figuranti mascherati da soldati russi che si difendevano bombardando gli assedianti con palle di gesso lanciate da finti cannoni di legno. Gli assalitori erano quasi tutti studenti universitari, vestiti con le divise degli eserciti che avevano nella realtà sconfitto i russi, e lanciavano continui attacchi alla torre per conquistarla. La mischia era furibonda e il numerosissimo pubblico che affollava il percorso doveva spesso arretrare per non avere gli abiti sporcati dalle palle di gesso che, sbattendo contro ostacoli si frammentavano in una nuvola di polvere bianca. Naturalmente, e non poteva essere altrimenti, gli universitari esaltavano il valore dei Bersaglieri del Generale La Marmora i quali, però, avevano il difetto di essere piemontesi, ragion per cui ci fu l’intervento della polizia pontificia per evitare che la manifestazione, goliardica ma non troppo, desse luogo a una dimostrazione patriottica. Per una decina di anni a seguire continuarono le sontuose sfilate organizzate dai nobili, poi subentrarono le Associazioni con effetti meno… spettacolari.   

26 febbraio 2017

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