Il M5S Macerata ha presentato 13 osservazioni relativamente all’ipotesi di realizzare la nuova sede della Banca della Provincia di Macerata, consumando ulteriore territorio agricolo, per mezzo di una variante al Piano Regolatore della città. Non troviamo grandi differenze tra questa questione e il famoso Suap Giorgini che aveva l’aggravante di essere un’azienda insalubre.
La scelta dell’allora sindaco Romano Carancini di cassare quell’ipotesi fu senza dubbio coraggiosa e condivisibile e fu seguita da promesse elettorali del tipo: “Con noi consumo del territorio zero”.
Reputiamo che la richiesta contenga delle aberrazioni tecniche, ma in ogni caso la scelta politica sarebbe in controtendenza con le dichiarazioni del Sindaco, non una novità, ma rimarcabile.
Le nostre osservazioni, usando un linguaggio non tecnico, sono principalmente le seguenti:
1 – L’interessato, cioè la BPM, avrebbe dovuto richiedere al SUAP (Sportello Unico Attività Produttive) la attivazione della prevista procedura , ma questo, per quanto ci è dato sapere, non è mai avvenuto e l’iniziativa è stranamente partita direttamente dall’Amministrazione;
2 – avendo previsto il Comune “aree di idonea superficie, destinate all’insediamento di impianti produttivi”, vedasi Valleverde, come sancito dal D.P.R. 160/2010, l’operazione non si può fare;
3 – La L.R. 22/2011 prescrive che non possano essere adottate varianti ai Piani Regolatori vigenti che prevedono ulteriori espansioni di aree edificabili in zona agricola, se nel territorio comunale è ancora disponibile più del 25% delle aree per insediamenti produttivi, solo a Valleverde ne è disponibile ancora circa 95%.
4 – Ancora, la L.R. 22/2011 prescrive che, soddisfatta la condizione di cui sopra, si possono adottare varianti al Piano Regolatore solo se necessarie all’ampliamento di attività produttive. Ciò vuol dire che la BPM non può insediarsi dove propone, perché in quella area non solo non svolge alcuna attività ma anzi l’unica attività produttiva era quella insalubre fortunatamente cessata da anni.
Stupiti da tanta zelanteria, mai prima d’ora prestata dall’Amministrazione Carancini, ci aspettiamo una imponente alzata di scudi da parte di tutte quelle associazioni e forze politiche che solo qualche anno fa lottarono contro il consumo di suolo proposto per la Giorgini, tentando in ogni modo di far tornare la politica a essere garante delle regole nel rispetto degli impegni assunti e non degli interessi particolari.
25 febbraio 2017