Il Sindaco di Amandola afferma: “Quel Cristo è Carlo Magno”

Adolfo Marinangeli,  sindaco di Amandola, intervistato da un quotidiano ha messo in evidenza come il Crocifisso ligneo di Amandola raffiguri in effetti Carlo Magno. È la prima volta che una affermazione del genere viene fatta in via ufficiale, a testimoniare che gli studi condotti dal nostro collaboratore architetto Medardo Arduino cominciano a fare breccia nella nebbia che circonda la storia e i personaggi del territorio piceno.

L’opera lignea, già apprezzata, è stata resa molto più nota dalle argomentazioni di Medardo Arduino (condivise da altri ricercatori) che così la descrive nel suo Francos, la storia da riscrivere edito nel 2014: “Un accostamento artistico notevole e inquietante la statua lignea conservata nella chiesa conventuale di San Francesco ad Amandola (vedi foto): ritrae un personaggio incoronato, con veste, sopraveste e zoccoli, con trecce barba e baffi ed un sembiante del viso, più giovanile, ma molto simile a quello della statua di ‘monarca Carolingio’ che fa bella mostra di sé al monastero di San Giovanni nei Grigioni, tutelato UNESCO, sull’antico valico fra l’Italia, la Svizzera e la Baviera, salendo dalla Valtellina. Le due figure hanno la corona eguale, non semplicemente simile, (per quanto se ne sa solo Carlomagno, fra i ‘monarchi Carolingi’ poteva essere barbuto così come lo si canta nella Chanson). La statua di Amandola è ora privata delle braccia originali della cui presenza rimane sul petto una cava destinata a un sostegno del braccio destro che forse reggeva un oggetto pesante in atteggiamento offerente per adempiere ad un voto. Lo ipotizzo dalla cinta legata con un vistoso nodo ganciato (di quelli che si sciolgono semplicemente tirando un capo) che potrebbe appunto simboleggiare lo scioglimento di un voto. La trasformazione a somigliare al Cristo con l’applicazione di due orrende braccia aperte a croce dovrebbe risalire più o meno al XV secolo. La pregevole scultura si è fortunosamente salvata dal diventare legna da ardere in tempi abbastanza recenti”.

Indubbiamente un altro tassello che rinforza la presenza di Carlo Magno nel territorio maceratese-piceno.

Simonetta Borgiani

24 febbraio 2017

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